Sono Bologna e Perugia le città virtuose per quanto riguarda gli asili nidi. E’ la conclusione del  Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Codacons, i quali, nell'ambito del progetto “Famiglie&Consumi, come vivere meglio in tempo di crisi”finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno rilevato il costo che le famiglie sostengono per garantire ai propri figli l'asilo nido per undici mesi a tempo pieno.

“Dalla rilevazione – è scritto nel report diffuso alla stampa - è emerso che i genitori possono risparmiare sicuramente mandando i propri figli agli asili nido comunali, dove in base al reddito, la spesa va da un minimo di 396 euro in città come Latina, circa 36 euro al mese, a una media massima di 5000 euro, circa 450 euro al mese. Fa eccezione Udine dove per undici mesi si arriva a pagare anche 7000 euro. Città virtuose Bologna e Perugia, infatti in base alla fascia di reddito le famiglie che più hanno difficoltà possono usufruire dell’esenzione per mantenere i propri figli al nido e continuare così a lavorare”.

Il commento dell’ assessore Monia Ferranti: “Ci fa piacere che emerga questo dato a livello nazionale perché abbiamo sempre detto che soprattutto oggi e soprattutto in un campo così delicato come l’ infanzia il tema dell’ equità è fondamentale. E’ un tratto forte di civiltà cercare, compatibilmente con le attuali risorse, scarse, di prendersi cura delle fasce più deboli della popolazione estendendo a quante più famiglie possibile, anche a quelle che non potrebbero permetterselo, un servizio di qualità come quello dei nidi perugini”.

“La rilevazione – commentano in conclusione le associazioni – dimostra comemaggiori investimenti nei nidi comunali porterebbero grandi vantaggi per le famiglie che non solo riuscirebbero a risparmiare, ma non sarebbero costrette a indebitarsi per poter lavorare. Le esenzioni dal pagamento per le famiglie in situazioni di grave disagio, praticate in città come Bologna e Perugia, rappresentano un segnale positivo e solidale, oltre che un esempio da applicare in tutti i comuni. Con più risorse si potrebbe garantire il diritto a tutti”.

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