PERUGIA - La Giunta regionale, su proposta della vicepresidente ed assessore alle politiche sociali, Carla Casciari, ha approvato il rapporto sull’attuazione del progetto interregionale “Interventi per il miglioramento dei servizi per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale” ed ha avviato la costituzione di un Tavolo di Governance e di un Tavolo tecnico per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute ed ex detenute.

Il progetto interregionale al quale la Regione Umbria ha aderito, prevede il rafforzamento della governance socio - istituzionale favorendo la programmazione partecipata di progetti destinati alle persone in esecuzione penale sistematizzando le buone prassi  realizzate con le singole progettazioni.

In particolare il progetto prevede la ricognizione e l’analisi sullo stato della programmazione sociale degli interventi di inclusione socio lavorativa anche attraverso l’implementazione dei modelli organizzativi di reinserimento delle persone soggette a provvedimenti dell’autorità giudiziaria privativi o limitativi della libertà personale, la formazione congiunta degli operatori volta allo sviluppo di competenze sulla programmazione degli interventi, sulla progettazione a livello locale e sull’utilizzo delle risorse finanziarie comunitarie, nazionali e locali, sul lavoro in rete, coordinamento e gestione delle risorse e delle iniziative rivolte ai soggetti svantaggiati; la comunicazione e diffusione delle azioni poste in essere ed il monitoraggio e la valutazione.
Nel report si  illustra il lavoro svolto dalla Regione Umbria nel primo anno di attività del progetto, ma anche di quanto fatto in base all’Accordo interregionale per l’attuazione dell’iniziativa.
Dai dati forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) si evidenzia che al 31 dicembre 2011, dei 1681 detenuti presenti negli Istituti di pena dell’Umbria - di cui 72 sono donne - lavorano in 303, tra i quali 10 donne. 275 detenuti lavorano  alle dipendenze del DAP e in particolare: 224 ai servizi d’istituto (pulizie, porta vitto, spesini, cucina), 30 addetti alle lavorazioni penitenziarie, 20 alla manutenzione ordinaria fabbricati, 1 servizi extramurari.
I restanti  28 detenuti - di cui una donna - lavorano alle dipendenze di altri soggetti diversi dall’amministrazione penitenziaria:  8 in regime di semi-libertà, 8 in regime di lavoro all’esterno del carcere, 2 lavorano in istituto per conto d’imprese, 10 lavorano in istituto  per conto di cooperative.

 

“Per costruire uno stabile sistema di governance e definire delle modalità di confronto costanti e strutturate tra le Amministrazioni a vario titolo impegnate nel reinserimento socio lavorativo delle persone soggette a provvedimenti dell’autorità giudiziaria - ha affermato la vicepresidente Casciari - abbiamo previsto l’istituzione di due organismi permanenti di collaborazione e coordinamento intra-istituzionale ed inter-istituzionale”.

“Questo sistema, condiviso tra la Regione Umbria, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria, gli Enti Locali e gli altri attori sociali presenti sul territorio – ha aggiunto -  nasce dall’esigenza di creare un definito, costante ed efficace rapporto ‘a rete’ tra gli operatori istituzionali e gli operatori del sociale, tutti coinvolti nella realizzazione delle condizioni generali di legalità, sicurezza e di recupero sociale. L’obiettivo di questa attività - prosegue la vicepresidente Casciari - è la definizione di un programma quadro di livello politico istituzionale che evidenzi i pilastri imprescindibili per un’efficace governance degli interventi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale e un programma operativo che contempli le possibili azioni, strumenti, procedure, risorse, prassi operative applicabili per un efficace intervento di inclusione sociale delle persone sottoposte ad esecuzione penale”.
Il “Tavolo di Governance” avrà il compito di dare l’indirizzo politico e operare le scelte, individuando le linee di intervento per la programmazione di azioni d’inclusione sociale, nonché di offrire gli strumenti e le risorse al fine di promuovere la concreta attuazione dei programmi e degli interventi in favore dei soggetti sottoposti ad esecuzione penale e sarà composto dagli Assessori regionali al Welfare, Istruzione, politiche del lavoro, politiche della formazione e sicurezza Urbana, dal Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dal Garante regionale delle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà personale, dagli assessori provinciali al lavoro e formazione professionale e dall’Anci regionale. Sarà presieduto dall’assessore regionale Welfare che attuerà i necessari raccordi con l’Assessorato alla Salute.

 

Il Tavolo Tecnico rappresenta invece una task force integrata tra le diverse amministrazioni impegnate nel percorso di inclusione sociale e le associazioni di volontariato coinvolte nel settore ed avrà il compito di specificare strumenti, procedure di attuazione, tempi, risorse umane, materiali, finanziarie, modalità di monitoraggio delle azioni e interventi posti in essere. Sarà composto dal Coordinatore regionale Conoscenza e Welfare, dal Dirigente del Servizio Regionale Politiche attive del lavoro, dal Dirigente del Servizio Regionale Inclusione sociale e integrazione sociosanitaria, associazionismo, volontariato e cooperazione, dalle Direttrici UEPE di Perugia e Spoleto, dai Direttori degli istituti di pena dell’Umbria, dai Dirigenti dei Comuni sede di istituto penitenziario di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto, dal  Dirigente dell’Ufficio dell’Esecuzione Penale Esterna del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dal  Dirigente dell’Ufficio del Trattamento Intramurale del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, da tre rappresentanti della Conferenza regionale volontariato giustizia e dal Garante regionale delle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà personale.

  Concludendo la vicepresidente Casciari ha menzionato in breve le politiche sociali della Regione Umbria per l’esecuzione penale: “La Regione nell’ambito delle proprie competenze opera con l’obiettivo di diminuire le recidive di reato e, conseguentemente, di aumentare la sicurezza per il territorio. Gli ultimi dati a disposizione su scala nazionale – commenta - evidenziano che 7 detenuti su 10, circa il 65 per cento, alla fine della detenzione, tornano a delinquere se il periodo di detenzione è stato espiato solo in carcere senza possibilità di inserimento lavativo. La percentuale si abbassa sensibilmente se si considerano i soggetti sottoposti ad esecuzione che hanno avuto la possibilità di lavorare per i quali la reiterazione del reato è compresa fra il 12 e il 19 per cento”.
“La Regione ha sviluppato azioni formative finalizzate a favorire l’occupazione finanziate con Fondo sociale europeo, in collaborazione con le amministrazioni provinciali, i soggetti del Terzo settore e azioni promozionali nei confronti delle istituzioni del territorio, del volontariato, della cooperazione, dell’associazionismo e delle imprese che si sono concretizzate in alcuni progetti territoriali per l’integrazione e l’inclusione lavorativa dei detenuti ed ex detenuti con il coinvolgimento sia degli istituti di pena, che del mondo del lavoro e produttivo”.

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