L’ingresso in Procura – Tranquillo e sorridente, l'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso è giunto stamani alla procura di Perugia per essere interrogato dai pubblici ministeri titolari dell' inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi nella quale e' indagato per corruzione. A chiedere di essere sentito sarebbe stato lo stesso Bertolaso dopo avere ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini.

Al suo fianco gli avvocati Minacci e Dean - Bertolaso, accompagnato dai suoi difensori, gli avvocati Filippo Dinacci e Giovanni Dean, ha comunque sempre respinto tutti gli addebiti, rivendicando più volte la correttezza del proprio comportamento.

Il caso dell’appartamento di via Giulia a Roma e i presunti pagamenti ad Anemone - L'appartamento in Via Giulia, a Roma, il cui canone mensile di 1.500 euro "veniva corrisposto da Diego Anemone dal gennaio 2003 all'aprile 2007", 50 mila euro in contanti "consegnati brevi manu da Anemone il 23 settembre 2008", la "disponibilita'" presso il Salaria Sport Village "di una donna di nome Monica allo scopo di fornire prestazioni di tipo sessuale" sono, per i pm di Perugia, tra i "favori e le utilita' di vario genere" che l'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso avrebbe ottenuto in cambio della concessione di appalti per il G8 alle ditte dell'imprenditore Diego Anemone.

Il quadro tracciato dai Pm Sottani e Tavarnesi - Secondo i pm Sottani e Tavarnesi, Guido Bertolaso "in qualità di capo Dipartimento della Protezione Civile" avrebbe compiuto "atti contrari al proprio ufficio connessi all'affidamento ed alla gestione degli appalti" favorendo Anemone in particolare in riferimento alle gare relative alla realizzazione a La Maddalena "del palazzo della conferenza e area delegati", quella per la costruzione della "residenza dell'Arsenale" e quella per "l'area di stampa e servizi di supporto".

Il reato contestato a Bertolaso: corruzione - Per i pm, quindi, Bertolaso, al quale viene contestato il reato di corruzione, avrebbe compiuto, da solo o in concorso di volta in volta con altri, "scelte economicamente svantaggiose per la Pubblica Amministrazione e favorevoli al privato" in cambio di "favori e utilita' di vario genere" e "illegittimamente operava e consentiva, nella sua posizione di vertice, che i funzionari sottoposti operassero affinche' le imprese facenti capo a Diego Anemone (da sole o in Ati con altre facenti parte del medesimo gruppo) risultassero aggiudicatarie degli appalti e consentiva che il costo dell'appalto a carico della Pubblica Amministrazione aumentasse considerevolmente rispetto a quello del bando, anche mediante l'approvazione di atti aggiuntivi successivi e a fronte di spese incongrue o meramente eccessive, al solo scopo di favorire stabilmente il privato imprenditore appaltatore, agli interessi del quale poneva stabilmente la propria funzione pubblica recependone continuativamente favori ed utilità di vario genere".

Il colloquio con i pm è durato circa mezz'ora - Il colloqui fra l'ex capo della Protezione Civile è i pm perugini titilari dell'indagine è durato circa mezz'ora. 

All'uscita dalla procura il colloquio con i giornalisti - "Ho sottolineato di nuovo con i fatti che in 30 anni di onorata carriera ho sempre tutelato la Pubblica Amministrazione e ho sempre lavorato al servizio del mio Paese. Credo che i magistrati abbiano tutti gli elementi per decidere serenamente e fare giustizia - ha proseguito Bertolaso. Abbiamo presentato una memoria molto concreta di fatti e non di congetture, basata su tutti gli atti che erano stati depositati al momento della chiusura delle indagini. Mi sembra che le carte e non Bertolaso parlino molto chiaro per quello che riguarda i ruoli, le responsabilitaà e il lavoro che è stato svolto -ha concluso l'ex capo della Protezione Civile- e anche per smentire completamente tutte quelle che erano illazioni su case, massaggi e altre attivita' di questo genere".

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