PERUGIA - E' in programma domani mattina davanti al gip di Perugia l'udienza per esaminare la richiesta di patteggiamento avanzata da Angelo Zampolini l'architetto che nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per Grandi eventi e' stato accusato di avere riciclato il denaro poi destinato a contribuire all'acquisto di diverse case, tra cui quella dell'ex ministro Claudio Scajola. Istanza alla quale hanno gia' dato il loro consenso i pubblici ministeri del capoluogo umbro. Se il giudice riterra' congrua la pena proposta, un anno di reclusione, si chiudera' cosi' uno dei primi filoni d'indagine su quella che e' stata denominata la cricca. Fascicolo aperto dalla procura di Firenze e poi trasferito a quella del capoluogo umbro per competenza dopo il coinvolgimento dell'allora procuratore aggiunto di Roma Achille Toro. Anche l'ex magistrato ha chiesto di patteggiare per il reato di rilevazione di segreto di ufficio e la sua posizione sara' esaminata dal gup a meta' giugno. Il 15 dello stesso mese e' invece fissato l'inizio dell'udienza preliminare per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio a carico dei 19 indagati nel filone principale. Zampolini e' stato indagato per la gestione di denaro che gli inquirenti sospettano provenisse dal costruttore Diego Anemone al quale era considerato vicino. Compiendo operazioni tali - secondo l'accusa - da ostacolare l'identificazione della loro provenienza da delitti contro la pubblica amministrazione. I magistrati di Perugia hanno ricostruito che i soldi venivano versati presso un'agenzia romana della Deutsche bank con la successiva emissione di assegni circolari. Titoli poi destinati a contribuire all'acquisto di diverse case. Come quella in via del Fagutale di Scajola o del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru, entrambi mai indagati dalla procura perugina. A Zampolini e' stato comunque contestato anche l'intervento nell'operazione relativa all'acquisto di un immobile ''nell'interesse'' di Angelo Balducci, una delle figure al centro dell'indagine sulla ''cricca'', intestato al figlio Lorenzo. Una vicenda per i quali i pm avevano anche chiesto l'arresto dell'architetto e di altri indagati, misura pero' negata dal gip. Nel corso dell'indagine Zampolini e' stato sentito piu' volte dai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, fornendo elementi ritenuti utili dagli inquirenti per ricostruire il flusso di denaro legato ad Anemone.
 

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