di Antonio Torrelli

La battaglia di “Cittadini in Rete” non si ferma. Come annunciato ormai una settimana fa, l’assemblea di Ponte Valleceppi è stata solo l’inizio di una lunga serie di iniziative. Oggi l’associazione si riunirà per fare il punto della situazione. L’obiettivo è quello di pianificare altri incontri pubblici sul territorio. In progetto c’è anche la realizzazione di un documento su cd-rom per facilitare meglio la distribuzione delle informazioni su tutta la questione legata all’inceneritore. Ma nel mirino dell’associazione c’è il confronto con la politica e le istituzioni del territorio: “Stiamo ascoltando sempre la solita litania sulla differenziata -dichiara il portavoce di Perugia Civica Claudio Santi-, ma continueremo a muoverci per lanciare domande dirette alla politica locale”.
Il riferimento è chiaro e va a tutte le dichiarazioni degli assessori preposti di Regione, Provincia e Comune di Perugia, i quali hanno ribadito a chiare lettere che “non c’è alternativa all’inceneritore perché l’Umbria è rimasta indietro sull’organizzazione della raccolta differenziata”. E allora? Che fare? “Termovalorizzare”, secondo le istituzioni, cioè incenerire quella percentuale di rifiuti che non può essere recuperata. Ma per “Cittadini in Rete” esistono altre alternative, come l’esempio (ribadito e sottolineato in più sedi e occasioni) del Comune di Capannori, dove ha prevalso la politica del piano “rifiuti zero”. Tutto è riciclabile, dunque, e soprattutto non è vero che le tonnellate di rifiuti non differenziati devono essere per forza distrutte con il trattamento termico. “Abbiamo notato una certa arroganza da parte delle istituzioni -prosegue Santi-, perché a conti fatti, di fronte a tutte le spiegazioni sollevate sugli effetti dannosi che un inceneritore può provocare all’ambiente e alle persone, ci viene somministrata sempre la solita ricetta sulla necessità di un impianto per far fronte ai ritardi delle politiche ambientali dell’Umbria”.

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