L’associazione “Cittadini in Rete” tira ancora una volta per la giacca le istituzioni. Parola d’ordine: partecipazione. Intesa come condivisione di scelte e decisioni su uno degli aspetti più caldi e controversi degli ultimi tempi in fatto di ambiente e salute: il “termovalorizzatore”.

“Da diverse settimane non facciamo altro che ascoltare la solita litania del ritardo di 10 anni sulla gestione e sulla raccolta dei rifiuti, uno slogan su cui le istituzioni stanno facendo leva per accelerare i tempi sul trattamento termico dei residui solidi urbani”.

Lo afferma con chiarezza Annarita Guarducci, presidente del circolo di Legambiente Perugia, che, questa mattina, accanto a Roberto Pellegrino e Renzo Zuccherini (Perugia Civica), ha illustrato la nuova iniziativa della “Rete”, rivolta in questo caso a quattro soggetti pubblici direttamente coinvolti nel caso inceneritore.

Asl2, Ati2, Regione e Comune di Perugia. Ai quali l’associazione chiede risposte e chiarimenti “prima di intraprendere qualsiasi tipo di decisione in materia di trattamento termico dei rifiuti”, afferma Zuccherini.

I punti in questione sono per lo più composti domande tecniche, che però interessano da vicino e in maniera trasversale tutta la comunità cittadina.

Alla Regione, ad esempio, è chiesto il motivo per il quale “ha deciso di dotarsi di due impianti di trattamento termico” a fronte della “completa esclusione dell’opzione ‘rifiuti zero’” (che “Cittadini in Rete” difende e promuove per i vantaggi diretti su ambiente, economia e salute pubblica). E ancora. “Perché -si chiede la “rete” rivolgendosi questa volta a Palazzo dei Priori- la Tariffa di igiene ambientale non è proporzionata alla quantità di rifiuto indifferenziato prodotto dagli utenti, ma aumenta senza seguire un puntuale sistema tariffario?”. Su questo, ora, sale l’attesa per le risposte.

“Fino ad oggi –commenta Pellegrino- l’amministrazione non ha aperto bocca in merito alla realizzazione dell’impianto, ma sono sicuro che faranno di tutto per accoglierlo nel proprio territorio”. Il riferimento dell’esperto in biologia cellulare e molecolare, va al bonus compreso tra i 5 e i 10 euro, previsto dal piano regionale, per il trasporto di ogni tonnellata di rifiuti verso l’inceneritore, che nell’arco di un anno possono accumularsi in un giro di affari pari a 2 milioni di euro.

“Pensate che di fronte a cifre del genere -aggiunge Pellegrino- le amministrazioni non faranno a gara per avere un inceneritore sotto casa?”.

Da queste preoccupazioni nasce la nuova iniziativa di “Cittadini in Rete”, che ora attende con grande interesse le prossime mosse delle istituzioni locali, auspicando, nel frattempo, di accogliere un numero sempre maggiore di associazioni e cittadini interessati alla tutela di ambiente e salute.

 

 

 

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