PASSIGNANO SUL TRASIMENO - E' stata inaugurata oggi a Passignano sul Trasimeno la comunità ''Paolo Concer'', una struttura residenziale destinata a nuclei mono-genitoriali (mamme sole con bambino) in difficoltà.

E' stata realizzata grazie al contributo della Fondazione Umanamente del Gruppo Allianz e di Enel cuore Onlus - che ne riferisce in un comunicato - nell'ambito di un piano di interventi denominato ''Casa dolce casa - mamme bimbi futuro'' che ha permesso la realizzazione sul territorio nazionale, di nove comunita' residenziali.

La comunita' ''Paolo Concer'' sara' gestita dalla cooperativa sociale Borgorete di Perugia, proprietaria dell'immobile e con esperienza trentennale sul territorio umbro nell'ambito dell'accoglienza di minori, della salute mentale e di altre emergenze sociali. Puo' accogliere fino a quattro nuclei familiari per un totale di 12 utenti e mira all'accoglienza temporanea e al supporto, in accordo con i servizi territoriali, di minori in particolare condizione di disagio sociale e fragilita' con le loro mamme, per l'avvio di un processo di ricostruzione dell'identita' personale e sociale, verso situazioni di autonomia.

L'intento della comunita' ''Paolo Concer'' e' di sostenere le donne nel ruolo genitoriale, favorire il rafforzamento della relazione mamma-bambino e garantire ai bambini ritmi di vita e attivita' quanto piu' 'normali' e adeguati, se opportuno anche mediante l'inserimento in asili nido o scuole d'infanzia. L'obiettivo ultimo e' il reinserimento sociale dei nuclei mamma-bambino nel territorio, usufruendo anche di percorsi di formazione professionale e di inserimento lavorativo e verificando possibili soluzioni abitative future.

Enel Cuore onlus e' nata nel 2004 con lo scopo di dar vita a iniziative di solidarieta' sociale in Italia e all'estero. Gli interventi che promuove l'associazione in partnership con altre organizzazioni, istituzioni e con il mondo del volontariato, hanno un carattere ''tangibile, concreto, misurabile'' e si inquadrano in aree specifiche quali: l'assistenza sociale e socio-sanitaria, l'accoglienza dei soggetti svantaggiati, in particolare i bambini e gli anziani; l'educazione, attraverso la costruzione di scuole e centri di formazione nei paesi in via di sviluppo.

Un'attenzione particolare e' riservata alle persone disabili, a favore delle quali Enel Cuore sostiene progetti di socializzazione e di integrazione soprattutto attraverso lo sport. Dal 2004 ad oggi Enel Cuore ha devoluto circa 40 milioni di euro e realizzato 431 progetti in Italia e all'estero.

''Le comunita' dedicate all'accoglienza e al sostegno di nuclei composto da madre e bambino in difficolta', rappresentano per la Regione Umbria un modello che risponde ad esigenze sociali evidenti che, sempre piu', si propongono alla nostra attenzione''. Lo ha affermato nel suo intervento al convegno la Vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari.

''Il Piano sociale regionale e la legge sulla famiglia - ha poi aggiunto - individuano in modo chiaro le criticita' che colpiscono oggi le famiglie nel nostro paese e, di conseguenza, anche quelle umbre. Criticita' queste, legate a vari fenomeni correlati tra di loro e che producono un'area di vulnerabilita' economica e sociale su piu' versanti''. Tra questi, la vicepresidente ha evidenziato il fenomeno della violenza in famiglia che ''assume il connotato di violenza di genere esercitata sui soggetti piu' deboli, e che, purtroppo, in alcuni casi, coinvolge anche i bambini''.

''In proposito - ha continuato - gli interventi che il Piano sociale prefigura, anche in relazione al carattere multidimensionale di tale fenomeno, riguardano in primo luogo la tutela dei soggetti a rischio non solo attraverso l'offerta di servizi di accoglienza, ma anche con interventi formativi ed educativi rivolti ai ragazzi e alle ragazze e con azioni a sostegno della genitorialita'. Il primo approccio - ha sottolineato - e' infatti quello dell'aiuto, con il coinvolgimento delle famiglie dei minori, allo scopo di sostenerle nel superamento di criticita' e problematiche. In una seconda fase, dopo aver verificato che non c'e' la possibilita' per il minore di restare in famiglia, si prevede il suo inserimento in una comunita' residenziale''.

Per quanto riguarda le strutture dedicate all'accoglienza dei minori, la vicepresidente ha ricordato che con il regolamento regionale n.''8/2005''- ''Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semi-residenziale per soggetti in eta' minore'' - la Giunta regionale ha definito i criteri base di qualita' per le strutture residenziali e semi residenziali in cui vengono inseriti i minori che non possono, per vari motivi, restare in famiglia o che non hanno una famiglia. Il regolamento prevede, in coerenza con l'obiettivo della chiusura degli istituti fissata per l'anno 2006 e la relativa riconversione degli stessi in comunita', che tutte le strutture residenziali e semi residenziali per minori siano autorizzate al funzionamento dai Comuni ai quali sono affidate le funzioni di vigilanza e controllo.

''Il percorso di attuazione del regolamento - ha detto la Casciari - e' stato lungo, ma oggi, anche grazie alla rilevazione annuale sui minori fuori famiglia, che tutte le regioni sono tenute ad effettuare conseguentemente ad accordo con il Ministero, possiamo avere un quadro aggiornato del fenomeno e una mappatura delle strutture presenti sul territorio che ci consente, non solo di monitorare l'andamento del fenomeno, ma anche di individuare criticita' e problemi connessi anche ai cambiamenti sociali degli ultimi anni. Il Regolamento - ha aggiunto - ha individuato un gruppo tecnico di lavoro regionale, costituito dai rappresentanti dei Comuni di ciascuna Zona sociale, per definire i criteri necessari a determinare il costo delle rette da applicare alle strutture residenziali e semi residenziali e vigilare sulla loro attivita' e qualita'''.

Tra i punti critici da risolvere, la vicepresidente ha segnalato l'esigenza ''di incrementare il numero di bambini da zero a sei anni per i quali la Regione sostiene l'affido familiare in via prioritaria, ma che comunque sono anche presenti nelle comunita', e la necessita' di dare risposte piu' adeguate per i bambini e i ragazzi con problemi psicologici che, spesso, richiedono l'inserimento in comunita' anche per alcuni periodi, e per i quali c'e' l'esigenza di prevedere all'interno del regolamento stesso, tipologie attualmente non incluse, ma pur esistenti nel nostro territorio. Un lavoro questo - ha concluso - reso ancora piu' difficile dai tagli di risorse operati dal Governo centrale che hanno costretto le Regioni ad uno sforzo aggiuntivo. Malgrado cio', comunque, la Regione Umbria con la legge 13/2010 ha previsto misure a favore delle famiglie vulnerabili''.

Durante l'incontro e' stato ricordato che il numero dei servizi residenziali presenti sul territorio al 31 dicembre 2008, risultano essere 39, di queste 21 sono comunita' socio-educative e 5 servizi di accoglienza per bambino e genitore. Il numero di minori accolti nei servizi residenziali e' pari a 253, esclusi i bambini accolti con genitori maggiorenni: di questi 24 sono stati accolti in servizi dedicati a bambino e genitore caratterizzate dalla presenza di operatori esperti e da spazi idonei per i nuclei accolti.
 

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