IMU. Presidente Regione Umbria Marini: Imposta iniqua da rivedere e correggere
“In questi giorni è emerso con evidenza il grave disagio per famiglie e imprese per gli effetti dell’Imu che, va ricordato, è stata istituita da questo Governo con il decreto cosiddetto ‘salva Italia’”. Lo ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, durante la riunione del Tavolo generale “Alleanza per lo sviluppo – Umbria 2015” sullo stato dell’economia umbra. “Una imposta iniqua – ha detto - perché pesa su un bene primario come la casa, soprattutto se prima e principale abitazione, che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ha realizzato grazie a notevoli sacrifici e ricorrendo a mutui bancari. Inoltre, grava su un patrimonio immobiliare destinato alle attività produttive di settori che già stanno subendo e subiscono i contraccolpi della gravissima crisi economica, come quello del settore alberghiero e della ristorazione, dell’artigianato, del commercio e della piccola impresa”.
“Non posso, quindi, che condividere le prese di posizione rese note nei giorni scorsi da alcune associazioni di categoria – ha aggiunto - le quali hanno rivolto un preciso appello alla Presidente della Regione affinché venga rivista e corretta l’iniquità di questa imposta. Ritengo che non si possano scaricare sui Comuni e sui Sindaci, costretti al ruolo di ‘gabellieri’ per conto dello Stato, le responsabilità di una tassa rispetto alla quale le stesse richieste di una sua modulazione più equa degli amministratori locali sono rimaste inascoltate. Oltretutto l’introito dell’Imu nemmeno riesce a compensare i minori trasferimenti dello Stato ai Comuni per il finanziamento di servizi pubblici essenziali”.
“Il Governo – conclude la presidente della Regione Umbria – anche alla luce del differimento del pagamento della nuova Tares a carico delle imprese rinviato al prossimo mese di aprile, non può non affrontare il tema della revisione dell’Imu in direzione di una sua maggiore equità, per non dare un ulteriore e pesantissimo colpo alle famiglie e alle imprese già impoverite dalla grave crisi economica”.
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