IMU agricoltura. Cecchini: Occorrono ulteriori modifiche e flessibilità Comuni
“Dopo aver sollecitato il Governo, attraverso un ordine del giorno presentato dalla Conferenza delle regioni, adesso chiediamo anche ai comuni un attenzione particolare nell’applicazione dell’Imu per quanto riguarda il modo agricolo”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle politiche agricole Fernanda Cecchini in apertura dell’incontro con le associazioni agricole ed Anci Umbria per fare il punto sulle problematiche relative all’applicazione dell’Imu nel comparto agricolo. All’incontro erano presenti l’assessore al bilancio del Comune di Perugia, Livia Mercati, ed il direttore Silvio Ranieri per conto di Anci Umbria insieme ai massimi rappresentanti regionali delle Organizzazioni agricole, Cia, Coldiretti e Confagricoltura.
“E’ evidente che un eccessivo carico fiscale sulle imprese, i fabbricati e le rendite agricole, ha sottolineato l’assessore, porterebbe ad un aumento insostenibile di dismissioni di attività che impoverirebbe l’intera economia umbra. Nei confronti del governo nazionale abbiamo effettuato una forte pressione per cambiare la norma che introduce l’imposta anche per le aziende ed i terreni agricoli. Insomma abbiamo chiesto modifiche che vadano a favore di chi con l’agricoltura ci campa”. “La regione dell’Umbria, ha continuato la Cecchini, aveva recepito le istanze delle associazioni agricole nazionali e regionali perché ci sembra assolutamente giusto tenere nel debito conto le esigenze di tanti agricoltori che, nel Decreto Salva Italia, si vedevano applicare l’imposta non solo, come è giusto ed ovvio, alle abitazioni ed ai terreni agricoli ma anche agli immobili utilizzati per lo svolgimento delle attività agricole quali le stalle, i fienili o, addirittura, le strutture, utilizzate, per ragioni assolutamente evidenti e indipendenti dalla volontà degli allevatori, per una piccola parte dell’anno”. “Abbiamo deciso di aprire un confronto con il Governo nazionale, volto ad individuare criteri alternativi di applicazione dell’IMU, che salvaguardino gli obiettivi del decreto “Salva Italia”, senza pregiudicare la sussistenza del settore agricolo italiano", ha affermato l’assessore.
“L’attuale testo del decreto legge prevede l’applicazione dell’IMU sia per i fabbricati che per i terreni rurali, prima esentati dall’ICI, che rappresentano gli strumenti di lavoro essenziali per le aziende agricole. Viene meno insomma, afferma l’assessore regionale, il regime di fiscalità speciale sino ad oggi riconosciuto al settore, in virtù dei ruoli che l’agricoltore svolge e dei beni prodotti che non si limitano alla sola produzione di cibo. Si pensi alla salvaguardia del territorio e del paesaggio: attività connaturata all’esercizio dell’agricoltura, di cui tutti i cittadini godono, ma che, certamente, non è remunerata dal mercato”.
“Peraltro, a giudizio dell’assessore Cecchini, l’IMU va a colpire l’agricoltura in un suo punto debole, costituito dalla forte immobilizzazione di capitali a bassissima redditività. Queste pressioni, unite alla mobilitazione delle associazioni agricole, hanno prodotto alcuni primi effetti positivi, visto che alcuni emendamenti sono stati approvati, ma ancora non basta perché i passi in avanti fatti in sede di conversione del decreto non sono sufficienti per garantire tranquillità alle nostre imprese agricole. Quindi sul versante nazionale continueremo la nostra azione. E’ giusto però che di queste problematiche si facciano carico anche i comuni che saranno chiamati nelle prossime settimane a redarre i regolamenti di applicazione e le relative aliquote. Pur comprendendo le difficoltà di bilancio dei Comuni, anche essi alle prese con i tagli pesanti dei trasferimenti statali, ha concluso l’assessore Cecchini, non possiamo non sollecitare i comuni, attraverso l’Anci, ad applicare le aliquote più basse per salvaguardare l’interesse delle imprese agricole a non essere pesantemente colpite nell’esercizio della loro attività economica. Un ulteriore penalizzazione del comparto agricolo avrebbe infatti pesanti ripercussioni anche in altri settori economici, quali il turismo, l’enogastronomia e la salvaguardia ambientale e paesaggistica che fanno dell’Umbria una delle regioni più attraenti”.
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