Confagricoltura risponde alle preoccupazioni e alle provocazioni del comitato popolare di Castiglione del Lago, “Liberi di respirare”, in merito alla costruzione di un impianto a biomasse a Badia. L’associazione di categoria rileva nelle affermazioni dei responsabili del comitato un approccio al problema che risulta impreciso e semplicistico, volto a negare aprioristicamente qualsiasi modello di sviluppo per il territorio.
Quanto affermato dal comitato, infatti confonde un processo di trattamento e biodigestione dei reflui per la produzione di energia, con lo smaltimento dei rifiuti. I reflui zootecnici, ancorché impiegati per la creazione di energia da soli o associati a sottoprodotti agricoli (biomasse), non sono considerati rifiuti dall’attuale disciplina normativa in materia di ambiente, tutt’altro. Dire che l’uso a fini energetici di queste materie è una risorsa per lo sviluppo e la sostenibilità dell’economia di un territorio è la realtà dei fatti: da anni in tutta Italia e nel resto d’Europa, si realizzano impianti che generano energia da fonti rinnovabili (e quindi anche biomasse e reflui zootecnici) in linea con i dettami della Green Economy. Il settore è in espansione e gli ultimi sviluppi mirano a non isolare questi impianti dai centri cittadini in quanto è possibile il riutilizzo del calore prodotto a fini domestici, cosa non fattibile per strutture distanti. A proposito di potenzialità di un sistema integrato per sfruttare l’energia da fonti rinnovabili, si può citare l’esempio di un’azienda di Maccastorna, piccolo paese in provincia di Lodi, dove una moderna industria conserviera lavora 200.000 tonnellate di pomodori all’anno, prodotti sul territorio limitrofo. Il suo amministratore delegato che è anche un imprenditore agricolo, si è reso conto dell’enorme potenziale energetico dei residui di lavorazione, ed ha deciso di metterlo a frutto.
Ciò che resta della trasformazione diventerà quindi, insieme a liquami bovini e trinciato di mais, il principale “carburante” di un nuovo impianto che andrà a scaldare tutti gli edifici di Maccastorna, dalle abitazioni private agli uffici comunali, fino alla chiesa del paese. Questo innovativo sistema dimostra quanto la collaborazione tra agricoltura, municipalità porti buoni frutti nel campo della produzione di energia, e sarà quanto prima operativo.
L’esempio di Maccastorma fa capire che i mezzi a disposizione per valorizzare i sottoprodotti dell’industria alimentare e dell’agricoltura e trarne il massimo vantaggio nella produzione di energia pulita ci sono; si tratta di conoscere ed applicare correttamente le tecnologie, le opportunità e le normative di un settore che può dare grandi soddisfazioni in termini economici.
Ancora peggiore, secondo Confagricoltura, è la strumentalizzazione da parte dei responsabili del comitato popolare, dei casi di Bettona e Marsciano, i quali vengono assurti in maniera del tutto impropria ad esempio di una intera categoria come spauracchio di fronte a una popolazione male informata.
Confagricoltura per questo non accetta una generalizzazione in negativo e ribadisce che la quasi totalità degli allevatori e agricoltori sono impegnati quotidianamente a rispettare tutte le regole.
 

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