Impasti e Rimpasti, la nuova fiction che va in scena in Regione
Degli Impasti e dei rimpasti. Potrebbe essere il titolo di una bella fiction in sei puntate, con attori e comparse ma con una regia scadente. Il cartellino rosso esibito da Caparvi a Melasecche fa più danni di quanti se ne possano immaginare, tenuto conto che la stessa fiction, in due sole puntate, è già andata in scena a Spoleto, per i telespettari che non ricordano la programmazione.
Che il trio di centro desta non si ami è un dato appurato. Nonc'è feeling e si vive più di sgambetti che di mani tese. Eppure sembrava, in quel lontano ottobre 2019, che il cappotto storico rifilato alla sinistra avesse creato un nuovo mondo, una nuova linea politica, una collaborazione fattiva, inclusiva, completa.
255 mila voti della Tesei contro 166 mila ottenuti da Bianconi. Un indietro tutta del popolo umbro che aveva decretato la fine della sinistra. Ma non è mai stato amore profondo: l'ultima nota stonata è la "lettera" di Mancini della Lega recapitata al collega Forzista Morroni per via delle pre apertura venatorie. La penultima, amarissimo boccone, si chiama Spoleto dove il centro destra ha buttato all'aria un comune che adesso va alle elezioni anticipate. Eh no, non si amano, un matrimonio d'affari, nemmeno riparatore, solo di affari, i loro, ovviamente.
Perchè credete che a Terni vada meglio? O magari che a Orvieto facciano feste e incontri conviviali tutti i giorni? O magari a Bettona dove il centro destra presenta due candidati per la poltrona da sindaco?
Il pallino è in mano alla Tesei che adesso deve dire se la regione la guida lei davvero, o se sia Salvini a dare le direttive e lei a metterci la faccia. Già perchè l'uscita di Caparvi, fulmine a ciel sereno sa tanto di "roba nostra", di fedelissimi Leghisti che non avranno capacità politica da mettere in gioco, ma sanno obbedire benissimo e sanno che sempre e comunque decide il Capitano. Comprendiamo che la campagna elettorale l'abbia fatta Salvini e ci ricordiamo i manifesti con il viso sereno e rassicurante del leader che sembrava dire votate per me e scrivete Tesei.
Non si immaginava nessuno in giunta, quello che sarebbe accaduto con il ripescaggio di Melasecche e la sua nomina ad Assessore? Perchè non averlo preteso prima, prima di tutto, di abbandonare il posto in consiglio che lo aveva riammesso, per fare l'assessore? Non sapevano come sarebbe finita con la nomina di Coletto esterno alla sanità? Sarà pure bravissimo e competente il veneto Coletto, ma si sono dimenticati che l'astinenza genera appetiti e voracità senza pari, fino quasi a sbranarsi per un tocco di carne, figuratevi per una pecora intera.
Ora dicono che il posto di assessore lo voglia Fratelli d'Italia. Dicono. Ufficialmente non ha il suo assessore in giunta, anche se, nel mentre si disegnavano i posti, quello dell'assessore esterno Fioroni era considerato come loro. Poi però le cose cambiano, come i sindaggi, come gli uomini che annusano il comando e quando impasti e rimpasti non si sa più di chi sia quell'assessore e come ci sia capitato. Dunque FdI chiede l'assessore. Non sta a me dire se sia giusto o meno, per l'attuale complessità politica. Sta bene, ma per le regole di convivenza Squarta dovrebbe lasciare alla Lega il suo posto, cosi come i numerosi nominati nelle aziende partecipate regionali, che sono tante, visto che quelle poltrone servivano a saziare l'appetito per non essersi mangiati un assessore in Giunta. Sembra facile chiedere, più difficile è ottenere, perchè in politica valgono sempre gli equilibri e quando non funzionano si manda a carte per aria, alla faccia della fiducia chiesta ai cittadini, che ti hanno scelto, votato ed eletto. Ma in questo mondo di politica casareccia, di lupi, squali, avvoltoi e poche pecore e colombe, qualcuno si chiederà cosa stanno facendo per gli Umbri? Si chiederanno che figura stanno facendo con chi li ha voluti al posto del vecchio che era stato rifiutato?
La Tesei tornerà dalle ferie per i chiarimenti e per sapere cosa fare, ma prima telefonerà al Capitano o sceglie di gestirla a modo suo, oppure batterà i pugni sul tavolo dicendo, "qui si fa come dico io, o così o andiamo alla sfiducia? A Spoleto avevano sceltola stessa frase e di risposta hanno scelto la sfiducia.
Che tristezza la politica di questa regione.
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