L'onorevole Meloni non riesce a nascondere un retaggio culturale che affonda le sue radici nei tempi più bui della storia del nostro Paese. Lo si capisce quando la stessa Meloni usa termini inquietanti, come “sostituzione etnica”, per attaccare la CGIL dell’Umbria, colpevole, a suo dire, di aver svolto una ricerca, presentata nei giorni scorsi a Terni, nella quale si dimostra, numeri alla mano, che l'immigrazione in Umbria negli ultimi anni è in calo e che non c'è nessuna invasione. Ora, può darsi che per forze politiche come Fratelli d'Italia o Lega Nord (molto impegnata, anche lei in questi giorni, a dare addosso alla Cgil) questa sia una notizia sgradita, visto che il tema dell'invasione – come la chiamano loro - è la principale “carta politica” da giocarsi in vista delle prossime elezioni. Tuttavia, ci pare utile tentare di far capire anche a questi soggetti, che si professano difensori della cristianità, che la tolleranza, il rispetto dell'altro, l'integrazione nella legalità sono valori fondamentali per costruire una risposta credibile alla lunga crisi che attanaglia i nostri territori e che – come tutti sanno – nessuno conosce meglio di noi della Cgil, che ogni giorno è al fianco di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, senza guardare i loro passaporti.  

Purtroppo la onorevole Meloni non sa e non conosce la vera identità della nostra regione, la terra di San Francesco, che si è sempre fondata sul rispetto e sul riconoscimento reciproco.

Noi continueremo a portare avanti la nostra battaglia di civiltà, a costruire ponti anziché muri, a cercare risposte unitarie per il bene di tutte le persone che vivono nelle nostre città, a partire dalle più deboli, senza guardare i passaporti, ma nel rispetto della legalità e dei principi costituzionali, consapevoli che con la ragione e con la solidarietà si può sconfiggere ogni forma di intolleranza e xenofobia.

CGIL UMBRIA

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