"La rappresentazione della storia italiana delle migrazioni offre la possibilità di mettere in discussione l'immagine centralistica nazionale e rafforzare una identità europea comune oltre le frontiere politiche". È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale dell'Emigrazione ("Cre"), Orfeo Goracci, anticipando i temi al centro del saluto che farà domani, venerdì 14 gennaio, intervenendo alla presentazione del volume "Emigranti e immigrati nelle rappresentazioni di fotografi e fotogiornalisti", della collana "I quaderni del Museo dell'Emigrazione", che si terrà a Roma, nel complesso del Vittoriano (Sala Zanardelli, alle ore 17).

"L'impegno del Consiglio Regionale dell'Emigrazione, che da anni collabora con il Museo dell'Emigrazione 'Pietro Conti' - ricorda Goracci - è quello di continuare a promuovere e a sostenere lo studio e le ricerche che riguardano la storia dell'emigrazione italiana all'estero. Il 'Cre' lo fa direttamente attraverso questa prestigiosa collana editoriale, che giunge all'undicesima pubblicazione ed è curata da Alberto Sorbini, responsabile scientifico del Museo e direttore dell'Isuc, l'Istituto per la storia dell'Umbria Contemporanea".

"Un lavoro e una ricerca preziosa condotta da Paola Corti dell'Università di Torino - rileva il presidente del 'Cre'-, che da anni si occupa di studi relativi alle tematiche migratorie, con particolare attenzione alla rappresentazione fotografica dell'emigrazione".

"Oggi dai nostri porti non partono più navi cariche di lavoratori con le loro famiglie, nella speranza di potersi guadagnare nelle Americhe quel pane allora scarso in patria - prosegue Goracci -. Da alcuni lustri accade esattamente il contrario e in modo sempre più evidente. È un fenomeno nuovo per noi. L'Italia del futuro è destinata ad essere caratterizzata sempre di più da molteplicità e differenza di persone, gruppi e culture".

"La pluralità - sottolinea - è e rimarrà una componente centrale della nostra identità. L'immagine dell'identità italiana, che in passato é stata contrassegnata da paradigmi e interpretazioni nazionali omogenei, dando poco spazio ad una immagine multiculturale, è destinata a cambiare. Oggi ancor più di ieri, appare quindi fondamentale e meritorio il lavoro di Istituzioni, come musei, stampa, scuole, storiografia, che si prefiggono il compito di creare una memoria e una coscienza storica europea".

"Il lavoro di un museo dell'emigrazione - rilava ancora il presidente del 'Cre' - rappresenta quindi una possibilità decisiva per il riconoscimento di una pluralità europea cresciuta storicamente che infine è anche una pluralità delle popolazioni e dei movimenti migratori. La rappresentazione della storia italiana delle migrazioni offre, pertanto, la possibilità di mettere in discussione l'immagine centralistica nazionale e rafforzare una identità europea comune oltre le frontiere politiche".

"Auspichiamo - conclude Goracci - che questa pubblicazione, oltre che una lettura affascinante, coinvolgente, talvolta anche divertente se si osservano alcune fotografie che ritraggono i nostri emigranti, rappresenti uno strumento di riflessione e uno stimolo per la crescita comune".

 

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