Ikea abbandona Perugia, l'ad: "Burocrazia troppo lunga"
di Armando Allegretti
PERUGIA - Qualcuno sarà contento, qualcun altro meno. Ma secondo quanto annunciato dall’ad di Ikea, Lars Petterson, la multinazionale svedese ha “cancellato” Perugia dal piano degli investimenti e ha puntato su Pisa, Roma, Verona e Cerro Maggiore. Nell’incontro con i giornalisti, ieri, Petterson non ha fatto nessun riferimento allo store di San Martino in Campo, nemmeno dopo il piano di investimenti del prossimo triennio. Petterson ha anche attaccato duro la burocrazia italiana sottolineando come questa abbia tempi doppi rispetto agli altri paesi. Elemento che sicuramente rappresenta un freno agli investimenti della casa svedese.
In effetti proprio Perugia potrebbe esser stata la causa scatenante delle dichiarazione dell’ad, ricordiamo infatti che per la realizzazione dello store di San martino in Campo sono passati anni ed anni per una risposta, poi mettiamoci anche le 17 prescrizioni ed infine un altro anno di silenzio sulla realizzazione o meno del progetto.
Non diamo solo la colpa alla burocrazia però, Ikea soffre la crisi come il resto delle aziende lo ha detto lo stesso Petterson parlando di un calo del fatturato del 2,6%. Potrebbe essere anche questo l’elemento che ha frenato l’apertura dello store Umbro, certo è che anche con un calo di fatturato la casa del mobile low cost investirà comunque in Italia nei prossimi tre anni, ma non in Umbria.
Venerdì
05/10/12
23:13
Benedetta sia la crisi che salva la nostra terra e il nostro paesaggio dall'aggressione della speculazione(... davvero dobbiamo ridurci a pensarla cosi?). Agricoltura, storia e paesaggio sono la vera ed inalienabile ricchezza della regione. Stop al cemento in Umbria.
Sabato
06/10/12
12:00
spero vivamente che il tuo sia un post ironico, e se non lo fosse beh allora stai tranquillo che se andiamo avanti così smetteremo anche di costruire case dato che il primo pensiero sarà quello di sfamarci, respingere un investimento del genere con un no al cemento, in un appezzamento di terra al confine con una 4 corsie ed una ferrovia...cosa ci fai ci vai a passeggio, sveglia che è ora.
Spero vivamente che qualcuno vada ad invogliare questi signori nell'investire in umbria, se non te ne sei accorta nn abbiamo piu' nulla, ma evidentemente a te non ti manca niente.
P.S. vivi in un capanna o in casa di cemento, se fosse la seconda inizia a dare il buon esempio.
Lunedì
08/10/12
09:20
Caro Fabrizio, io vivo in una casa di cemento. La sola che ho, piccola e mi basta. Ovviamente il post conteneva dell'ironia, ma non nel senso che pensi. Devo augurarmi un male per evitarne un altro... ebbene sì. Perché, grazie alla politica di questa amministrazione, la sola risorsa che si riesce ad vedere in questa regione è costruire, scavare, riempire e cementificare. Vendere il territorio agli speculatori, proprietà terriera e immobiliarisiti. I posti di lavoro dell'IKEA sarebbero solo stati sostituivi di quelli che si sarebbero persi per i piccoli negozi, gli artigiani, che avrebbero sicuramente chiuso. Vedi l'effetto del decentramento delle attività commerciali: periferie metropolitane e oscene e centro storico vuoto. Chi si immagina una regione coperta da capannoni (vuoti) e palazzine (vuote) è purtroppo una persona miope, che pensa sono al proprio interesse immediato. Non abbiamo bisogno di questo perché, ormai è accertato, dato che è vent'anni che lo si pratica, e in Umbria le cose non sono andate meglio: la popolazione invecchia e il lavoro continua a mancare. Quindi direi di provare a rivoluzionare le cose investendo dove non si è mai voluto investire: agricoltura, ambiente, turismo e professionalità di alto valore. Oppure, che ne so, auguriamoci un altro terremoto....
Lunedì
08/10/12
16:01
....rispetto e condivido le problematiche della cementificazione, ma associarle ad un progetto di investimento industriale che nulla centra con i palazzinai degli ultimi anni non lo condivido mi sa sa solo strumentale, non condivido neanche che ikea avrebbe sottratto clienti ai già esistenti negozi di arredamenti, che non definirei proprio artgiani...., clientele totalmente diverse, e sviluppare un progetto ikea sulla base di quello marchigiano con una filiera locale avrebbe avuto risultati opposti a quelli che prospettavi tu, poi nelle marche lì dove i mobilieri hanno una disceta tradizione quelli si che una volta erano aritgiani eppure guarda caso li è stato possibile fare un insiedamento ikea.
Spero che il progetto sia portato a termine e che le centinaia di persone che già avevano fatto domanda di assunzione trovino una risposta positiva, se poi vogliamo fare un palazzo in meno e magari ristruttare l'esistente sono il primo a sostenorlo.
Venerdì
05/10/12
23:14
Benedetta sia la crisi che salva la nostra terra e il nostro paesaggio dall'aggressione della speculazione(... davvero dobbiamo ridurci a pensarla cosi?). Agricoltura, storia e paesaggio sono la vera ed inalienabile ricchezza della regione. Stop al cemento in Umbria.
Domenica
07/10/12
15:14
Vedo grande "contentezza" nel possibile abbandono di Ikea a Perugia. Vorrà dire che il lavoro dei giovani, quelli tanto sbandierati nei comizi, nelle giornate di studio ed altro, i giovani appunto troveranno forse lavoro nelle tante case di riposo che l'umbria costruirà perché questa è destinata a diventare una regione per soli vecchi!
Lunedì
08/10/12
16:13
....ma scherzi loro hanno la soluzione, peggio noi che pensavamo che il momento fosse difficile, loro coltivano i campi, il problema e che questi neanche lo hanno mai fatto il contadino sennò si renderebbero conto di quanto sacrificio occorre per un reddito minimo che nenache li sfamerebbe, è aberrante questa situazione o cambiano le teste o questa regione è giusto che sparisca, siamo destinati a diventare un posto per vecchi, investiamo sugli orti per i pensionati ? :)
Domenica
07/10/12
16:02
Le terre liberate dal cemento posso essere coltivate ...
Lunedì
08/10/12
16:05
....demagogia,prova a manatenere gli ipotetici 220 dipendenti di ikea coltivando quei terreni, poi quando ci sei riuscito chiamami che ti seguo.
Lunedì
08/10/12
18:15
Che tristezza. Se si riteneva che Ikea fosse un problema si poteva rispondere che le aree erano destinate ad altro e magari bastava anche avere un'indea concreta di cosa farci. Ma non rispondere e costringere Ikea a rinunciare è triste, deprimente e offensivo verso i cittadini. Con lo stipendio che prendono i nostri amministratori penso che il tempo per rispondere e proporre un piano serio lo avessero, sia il tempo che l'obbligo. Ma finchè i giovani faranno commentio come quelli visti qui stiamo tranquilli non cambierà nulla. Infatti quelli che qui inneggiano all'agricoltura tra qualche anno avranno sfruttato tutti i calci nel di dietro possibili e saranno a gestire l'amministrazione e vedrete che si comportenanno come quelli che ci sono adesso. Demagoghi vuoti e inutili.
Lunedì
08/10/12
18:41
ma non esistono aree,ex industriali,dismesse ?
Lunedì
08/10/12
19:53
Certo che esistono aree industriali non dismesse ma capannoni nuovi mai utilizzati e qualcuno lo aveva anche proposto ma le cose semplici non sono mai fattibili chissà perchè.
Lunedì
08/10/12
20:49
IKEA nel 2011 aveva minacciato di non aprire Pisa per le lungaggini e il Governatore della Toscana gli ha costruito una via preferenziale. Inaugurazione nel 2013. Anche a Roma Ikea sta minacciando di non aprire il terzo punto vendita per gli stessi motivi. Bisogna comunque conoscere che IKEA ha raggiunto nel 2011 il picco storico dei visitatori, ma ha ridotto gli utili perche' si compra sempre meno. Quindi credl che l'accantonamento di Perugia, stretta tra Lazio, Marche e Toscana, sia una scelta di prudenza, di fronte a una crisi di cui non si vede la fine. L'Italia rappresenta il quarto mercato mondiale e il terzo paese fornitore, quindi le scelte strategiche italiane di IKEA sono ponderate con estrema attenzione.
Martedì
09/10/12
13:11
Anni per dare una risposta a Ikea e pochi mesi per questo? http://www.umbrialeft.it/notizie/centova-al-centro-commerciale-due-passi... direi che la cosa puzza...