In II Commissione regionale audizione su Piano Regionale della qualità dell'aria
Un miglioramento della qualità dell'aria già dal 2015 che passi attraverso interventi sul traffico urbano; la chiusura progressiva al traffico pesante nelle aree urbane di Perugia, Terni, Foligno e Corciano; il passaggio a nuovi sistemi di riscaldamento ad alta efficienza al posto di caminetti e stufe tradizionali alimentate a legna. Queste gli interventi contenuti nel Piano regionale della qualità dell'aria, predisposto dall'Esecutivo di Palazzo Donini, che sono stati sostanzialmente condivisi da vari soggetti istituzionali e associativi invitati a Palazzo Cesaroni, nel corso dell'incontro partecipativo convocato dalla Seconda Commissione, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, per avviare l'iter di approfondimento del documento da parte dell'organismo consiliare.
E se il rappresentante di Confindustria Umbria, Andrea Di Matteo, si è detto soddisfatto perché tra le priorità del Piano non sono previste misure specifiche per il comparto industriale, al quale “sono già stati imposti limiti di emissione al di sotto di quelli indicati dalla vigente normativa”, Urbano Barelli di Italia Nostra ha invece puntato il dito sulla non attendibilità di alcune centraline, in primo luogo quella di Perugia, area Fontivegge, che sarebbe stata spostata in uno spazio dove non possono essere giudicati attendibili i dati emessi rispetto al reale grado di inquinamento. Roberto Chiesa, dirigente del Comune di Perugia, dopo aver rimarcato come le azioni previste dal Piano siano già state effettuate dal capoluogo umbro, ha evidenziato che “le riduzioni previste ogni cinque anni del 6 per cento del traffico urbano sono difficilmente raggiungibili” e che “nell'area urbana di Perugia la chiusura al traffico con massa superiore a 35 quintali risulta tropo penalizzante per attività produttive e commerciali”.
Interventi:
ANDREA DI MATTEO (Confindustria Umbria): “Abbiamo appreso con soddisfazione che tra le priorità del Piano non sono previste misure specifiche per il comparto industriale e questo perché, nell'ambito delle autorizzazioni integrate ambientali (Aia), ma anche per il rilascio delle autorizzazioni in atmosfera, con il vecchio Piano sono già stati prescritti alle aziende limiti di emissione al di sotto di quelli imposti dalla vigente normativa. Tutto ciò conferma il contributo del mondo produttivo locali alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Rileviamo tuttavia che le attività industriali potranno invece essere interessate, compromettendo la loro normale attività, dai divieti al trasporto delle merci e più in generale alla limitazioni previste per la circolazione urbana. Questa dovrebbe essere una misura da mettere in atto soltanto dopo che i Comuni abbiano dato vita al previsto programma di riorganizzazione del traffico. L'auspicio è che non venga richiesto alle attività industriali, alle quali viene riconosciuto l'impegno di aver diminuito la pressione sulle matrici ambientali, l'applicazione di nuove, ulteriori misure di diminuzione delle emissioni, rispetto ai già severi limiti a cui sono state autorizzate”.
URBANO BARELLI (Italia Nostra): “Se Confindustria si dice soddisfatta del Piano in fatto di emissioni, c'è un problema. La priorità dovrebbe essere rappresentata dalla salute dei cittadini. In Umbria esiste il problema della qualità dell'aria. Innanzitutto sarebbe stato opportuno sapere se e in che modo ha funzionato il vecchio Piano del 2005 che è rimasto quasi completamente sulla carta e sul quale non è stata fatta alcuna valutazione. Dalle analisi sulla qualità dell'aria effettuate dall'Arpa è emerso un problema legato a centraline, analisi e rilevamenti. E proprio nel leggere le analisi è emerso che Terni mantiene il primato di città più inquinata dell'Umbria, ma al secondo posto, che era saldamente tenuto da Perugia, adesso si piazza Città di Castello, al terzo posto Foligno. Perugia arriva abbondantemente dopo, non per il miglioramento sostanziale dell'aria, ma per un intervento fatto nel 2010 basato sullo spostamento della centralina di rilevazione, mantenuta sempre a Fontivegge, ma nel punto più lontano da quel piazzale dov'era prima e dove si registra il maggior flusso di traffico. E stessa strategia di spostamento della centralina sembra volersi fare anche a Foligno. Da questo Piano non si capiscono quali siano i provvedimenti stringenti previsti. Se le imprese non devono fare nulla, il traffico non si può toccare, anzi facciamo pure l'autostrada, e la colpa e solo di chi accende il camino di casa, qualcosa non funziona. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, nel Piano è previsto un incremento delle biomasse, ma questo non può stare in piedi con il grado di qualità dell'aria da portare a livelli europei”.
ROBERTO CHIESA (Comune di Perugia): (Ha illustrato un documento già inviato alla Regione Umbria nello scorso mese di aprile) “Le azioni previste dal Piano sono già state effettuate dal Comune di Perugia. Le riduzioni previste ogni cinque anni del 6 per cento del traffico urbano sono difficilmente raggiungibili. Nell'area urbana di Perugia la chiusura al traffico con massa superiore a 35 quintali risulta tropo penalizzante per attività produttive e commerciali, si propone pertanto di elevare il limite al traffico pesante a 75 quintali. La deroga agli automezzi EEV, cioè quelli ecologicamente avanzati, va sostenuta da incentivi economici anche in considerazione che a Perugia non è prevista la realizzazione di una piastra logistica. Per quanto riguarda l'inquinamento domestico da biomasse e quindi il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a sistemi ad alta efficienza, ci troviamo va registrata la mancanza di un censimento di caminetti e stufe ad alta efficienza e quindi la difficoltà di controllo anche sulle percentuali di incremento. Laddove sono superabili le criticità relative ai caminetti, necessitano comunque incentivi per attenuare gli elevati costi d'acquisto e di installazione di nuovi sistemi ad alta efficienza. Nel nuovo Piano non si rileva più il divieto di utilizzo degli oli combustibili per gli impianti di combustione civili”.
SCHEDA: PIANO REGIONALE DELLA QUALITÀ DELL'ARIA
Riduzione del traffico urbano: le misure sono previste nelle aree urbane di Perugia, Corciano, Terni e Foligno. Obiettivi: ridurre ogni cinque anni il 6 per cento dei veicoli che circolano in città. Riduzione del 15 per cento del traffico nella valle umbra tramite il potenziamento del trasporto di passeggeri su ferrovia nella linea Perugia, Foligno, Spoleto. La quota di spostamento passeggeri prevista al 20 per cento al 2020. La misura riguarda i comuni di Perugia, Assisi, Bastia Umbra, Foligno, Bettona, Spello, Cannara, Bevagna, Spoleto e Trevi. Nelle aree urbane di Perugia, Corciano, Foligno e Terni è prevista la chiusura al traffico pesante (maggiore a 35 quintali) con una riduzione del 70 per cento al 2015 e del 95 per cento al 2020 e le emissioni spostate sull’extraurbano diminuite per via del cambio di velocità media.
Interventi sono previsti sulla pulizia delle strade nei Comuni in cui si è registrato il maggior numero di superamenti di concentrazione in atmosfera di polveri fini (Perugia, Foligno e Terni) che sulla base di studi specifici risultano dovute in parte, secondo importanti percentuali, al risollevamento delle polveri da traffico. Per quanto riguarda il 'fronte' riscaldamento, che contribuisce al superamento delle polveri fini nel periodo invernale, per ridurre le emissioni dovute alla combustione della legna, nei comuni di Perugia, Corciano, Foligno e Terni si sosterrà la progressiva sostituzione di caminetti e stufe tradizionali con sistemi ad alta efficienza. L’obiettivo è quello di ammodernare il 60 per cento degli impianti al 2015 e dell’80 per cento al 2020. Nella valle umbra e nella Conca ternana viene ipotizzata una riduzione del 20 per cento ogni 5 anni in favore dei sistemi ad alta efficienza.
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