“Cos'altro debbono fare i cittadini ternani per dire che non vogliono più inceneritori, termovalorizzatori o come diavolo intendono chiamare ulteriori camini che brucino sostanze nella già compromessa atmosfera urbana?”. Quasi uno sfogo, dall'Italia dei Valori di Terni, dopo il ritorno in attività dell'impianto Terni Ena e la ventilata riaccensione del secondo camino di Maratta. “Quello che non si comprende - dicono dal fronte Idv - è come, ancora oggi, si ricorra alla pratica dell'incenerimento quando è chiaro anche ai sassi che dal riutilizzo e il reimpiego delle cosiddette materie seconde si può imbastire una filiera virtuosa, con riflessi positivi per la salute e l'occupazione. Quanto ancora occorre aspettare perché anche i rifiuti vengano equiparati ad altri beni comuni come l'acqua o la scuola? Perché in tante città d'Europa il rifiuto è diventata merce con un valore intrinseco e solo da noi viene trattato come un problema? Se alla crisi economica si aggiungono queste smaccate arretratezze, davvero non c'è futuro”.

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