Guido Liguori: "Dove andremo a finire?"
Tratto da un post pubblicato da Guido Liguori su Facebook
"Dove andremo a finire?". Anche queste parole particolarmente insulse tocca leggere, a commento della drammatica morte di Willy. Insulse sia perché richiamano il perbenismo ridicolo del bel tempo andato, sia perché dimostrano di non comprendere che il drammatico fatto di Colleferro non ci dice dove andremo a finire, ma dove già siamo finiti. Dico subito che non credo molto alla motivazione razziale, né alla causale cocainofila. Sono anche scettico sull'etichetta di fascisti, ma qui andrebbe aperto un discorso sulle differenze tra fascismo, fascisti, neofascisti e "fascisti" (con le virgolette!) che non è il caso di affrontare ora. Il problema è che da alcuni decenni è cresciuta nella società una "concezione del mondo" che esalta la forza fisica fino alla violenza, la cosiddetta "legge della strada", il farsi valere senza e contro le regole, il culto dell'io, del maschio con gli attributi, e in parte del clan, del gruppo, contro tutto e tutti, e il rifiuto della cultura, del dialogo, della ragione, della democrazia, della politica in senso alto. Ovviamente alcuni politici hanno fiutato il vento e alzato le vele. Ma le cause sono più profonde, affondano le radici nella diseducazione delle tv berlusconiane e di molte radio locali, nella morte delle sezioni dei partiti e dei gruppi politici, nell'ansia ma al contempo nella crescente difficoltà di arraffare un posto al sole. Nello scadimento della scuola. Nelle famiglie irreversibilmente a pezzi. Nel fatto che che non si leggono più libri e nemmeno giornaletti. Nei videogiochi violenti che li hanno sostituiti, sulla scia dei film alla Rambo che da 40 anni dominano la scena in maniera crescente, nelle scazzottate e nelle sparatorie a iosa che ogni giorno vediamo in TV. . Dove finiremo? Siamo già nella merda, da tempo. E non so come se ne esce.
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