di Paolo Brutti

La guerra non finirà. Anche se la Russia raggiungesse gli obiettivi che si propone nel sud- est e dichiarasse un cessate il fuoco unilaterale l’Ucraina manterrebbe aperto il conflitto per rioccupare i territori perduti, con il sostegno attivo degli USA e della GB, e forse di tutta la UE. Non ci sarà nessuna trattativa per la neutralizzazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina e per uno statuto speciale per il Donbass. Quello che si voleva sin dall’inizio adesso è evidente. La Russia ha attaccato così come speravano gli angloamericani e ha messo il piede nella trappola. La tenuta dell’Ucraina dipenderà esclusivamente dagli armamenti forniti dalla NATO che opera dietro lo schermo dei vari paesi europei. Questo stato di cose bloccherà del tutto la crescita europea aprendo una fase economica molto difficile. Il PNRR aveva lo scopo di rilanciare la crescita dopo l’epidemia. I debiti pubblici erano usciti dalla disciplina di Maastricht proprio perché dovevano essere ripagati dalla crescita. Ma la crescita non ci sarà. Abbiamo sacrificato il PNRR sull’altare dell’Ucraina. Al suo posto si propone un Piano europeo per la guerra. Le conseguenze sull’Italia saranno pesantissime. Ha ancora un senso di stare in questo governo che produrrà stagnazione, inflazione e al debito per finanziare gli armamenti?

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