GUBBIO - Domani sarà un giorno triste per tifosi del Gubbio. Era infatti il 6 luglio 1990 quando, di ritorno dal calciomercato di Milano, il direttore sportivo rossoblù Mario Mancini accusava un malore, rivelatosi poi fatale. Mario è stato il calcio rossoblù nell'arco di tanti decenni e ha sempre lavorato con grande onestà e soprattutto con grande spirito di attaccamento ai colori sociali. Oggi l'eredità è stata raccolta da un altro eugubino doc, Stefano Giammarioli che in occasione del ventennale della morte di Mancini ha voluto portare un suo ricordo del compianto ds:

"Mancini - attacca a dire Giammarioli - l'ho avuto come direttore sportivo. Giocavo nel Gubbio e pur essendo poco più di un ragazzo avevo già intuito quale spessore umano e quale intelligenza e professionalità ne caratterizzassero l'operato. Io il suo erede? Diciamo che sono onorato che qualcuno faccia raffronti. Non possiamo parlare di paragoni perché di Mancini ce n'è stato un solo, irripetibile. Quello che posso e che voglio dire è che spesso mi sono ispirato a lui e ho cercato di seguire il suo modo di intendere il calcio. Ripeto, ero appena un giovane calciatore, eppure Mario in alcune occasioni ebbe modo di parlarmi e di spiegarmi tante cose. E io, ancora oggi, dopo vent'anni, faccio tesoro di quello che mi disse allora. Un messaggio chiaro e semplice, fondato sui valori veri dell'onestà, della schiettezza culturale, dell'attaccamento ai colori rossoblù".

"Vedi Giammarioli - mi disse una volta - giocare con il Gubbio, indossare la maglia rossoblù per un giocatore di Gubbio non è la stessa cosa che giocare con un'altra maglia, per altri colori sociali. La maglia rossoblù te la devi sentire cucita sulla pelle. Gubbio è la tua città e tu ti puoi sentire a posto con la coscienza solo quando uscendo dal campo avrai dato il 110 per cento di quello che hai in corpo, nelle gambe, nei polmoni ma soprattutto nel cuore".

"E queste parole - conclude il direttore sportivo Giammarioli - sono le stesse che mi sono sempre ripetuto anche nei momenti in cui sono stato chiamato a fare delle scelte, a prendere delle decisioni importanti. Gubbio prima di tutto e sopra tutto: era questo l'insegnamento di Mario Mancini il cui ricordo e la cui immagine resteranno sempre in un posto importante nel mio cuore di eugubino, perché amo profondamente la mia città per la quale sono disposto a fare qualsiasi sacrificio pur di cercare di vedere i colori rossoblù sventolare sempre più in alto".

L'A.S. Gubbio 1910 srl, nelle persone del presidente Marco Fioriti, dei vicepresidenti Giancarlo Brugnoni, Rodolfo Mencarelli, Sauro Notari ed Ezio Urbani, del direttore generale Giuseppe Pannacci e con l'intero consiglio di amministrazione, unitamente a tutti i dipendenti e collaboratori nel ventesimo anniversario della morte di Mario porge alla famiglia Mancini sentite condoglianze.

ufficio stampa A.S. Gubbio 1910
 

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