Gubbio/ Rosi (FI): “Salvaguardare il territorio della zona Fontecese”
PERUGIA - “La Giunta regionale adotti tutte le misure necessarie per la salvaguardia del territorio della zona Fontecese nel Comune di Gubbio”. Lo chiede, con una mozione rivolta all'Esecutivo di Palazzo Donini, il consigliere regionale di Forza Italia Maria Rosi. Nel suo atto ispettivo, Rosi focalizza l'attenzione sulla “mancata attivazione della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) per il piano attuativo dello stralcio A del Progetto Norma 01, macroarea di Fontecese nel Comune di Gubbio, attivato privatamente senza apportare varianti al Piano regolatore (Prg), tramite una semplice richiesta avanzata da circa il 25 per cento dei proprietari delle aree interessate”.
Rosi evidenzia che “il piano attuativo in questione non prevedeva la realizzazione di centri commerciali, anche perché il Prg di Gubbio esclude la presenza di centri commerciali delle dimensioni di quello che si intenderebbe oggi realizzare (oltre 11mila metri quadrati coperti, più 10mila metri quadrati di parcheggi). Lo stesso Prg – aggiunge - sembra escludere in quell'area il commercio di prodotti agroalimentari al dettaglio”. Maria Rosi riporta che “nel dicembre 2013, il dirigente del Servizio valutazioni ambientali, sviluppo e sostenibilità ambientale della Regione Umbria ha disposto la non necessità di sottoporre a processo di VAS il piano attuativo della macroarea di Fontecese, mentre invece la normativa nazionale prevede l'obbligo di Vas per la costruzione dei centri commerciali”. Dal punto di vista ambientale, il consigliere regionale di Forza Italia rileva inoltre che il centro commerciale “andrà ad inserirsi all'interno di un'area immediatamente confinante con abitazioni che si troveranno di fatto incluse nella struttura, a pochissima distanza dal Cimitero monumentale, con l'ulteriore conseguenza di creare un considerevole flusso veicolare, un afflusso di mezzi, persone, merci tale da determinare un impatto notevole sull'ambiente circostante, oltre ad un cospicuo utilizzo delle risorse del territorio”.
“La zona – continua Rosi - è servita unicamente dal collettore pubblico per lo smaltimento delle acque reflue nere e che, per lo smaltimento delle acque chiare, sembra che si intendano utilizzare i fossi di scolo. Infine, dato che la superficie della struttura commerciale dovrebbe essere impermeabile, lo smaltimento delle acque chiare rischierebbe di gravare su una zona che già oggi presenta forti criticità durante l'inverno, tanto è vero che la strada sottostante spesso non è utilizzabile”.
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