La nostra regione è stata colpita ancora una volta da una tragedia immane. Giovani e donne continuano a morire sul posto di lavoro. I fatti di Gubbio sono semplicemente sconvolgenti. Saranno le autorità preposte a verificare le responsabilità che andranno colpite con il massimo rigore. Alle famiglie va innanzitutto il nostro più profondo cordoglio. Dopodiché Il tasso di ipocrisia delle dichiarazioni rilasciate sull'accaduto da esponenti di centrodestra e centrosinistra è al di là di ogni limite. Il sindacato, poi, al momento nemmeno di fronte a questi drammi quotidiani è in grado di indire uno sciopero nazionale. Gli ultimi fatti e I numeri parlano chiaramente: si tratta di una guerra non dichiarata contro i lavoratori, una vera e propria mattanza. Si muore di controlli che mancano anzi sono diminuiti grazie ai tagli votati dai partiti neoliberisti di centrodestra e centrosinistra.
Qualche dato:
- l'organico Inail dal 2010 a oggi è diminuito di 2 mila unità, più del 20 per cento del totale e gli ispettori sono oramai ridotti a poco più di 200;
- i dipartimenti di prevenzione delle Asl, quelli cui spetta la funzione ispettiva nelle aziende, hanno visto i propri addetti ridursi dai 5 mila del 2009 ai 2 mila del 2020;
- all'ispettorato nazionale del lavoro organico ridotto da 6500 a 4500 unità, il 25% in meno del minimo necessario.
Insomma la politica incentiva le imprese a fare lo stesso ragionamento che gli evasori fanno sul fisco: le possibilità di essere colti in fallo da un’ispezione sono così limitate che conviene rischiare e risparmiare sui costi dei dispositivi di sicurezza, forzare i ritmi di lavoro, assumere meno persone del necessario, non investire in corsi di formazione, ecc.
Vi domanderete: ma nel PNRR hanno previsto di intervenire sulla sicurezza?
Risposta: no.
Tante, troppe le chiacchiere di circostanza. Occorre una straordinaria mobilitazione nazionale nonostante la crisi sanitaria. Fermiamoci. Sciopero generale subito.
Andrea Ferroni
Segretario Provinciale di Rifondazione comunista di Perugia

 

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