GUBBIO - Un vero successo si è rivelata l’assemblea pubblica, che si è tenuta presso la parrocchia di Padule il 18 maggio ultimo scorso, organizzata dal Comitato “Gubbio Salute Ambiente”, per dimostrare la contrarietà ad impianti che utilizzino biomasse in un territorio, quale la conca eugubina, che ha invece una forte vocazione ambientale-paesaggistica, storico-archeologica e turistica.

L’occasione del dibattito è stato il contestato progetto di un impianto di produzione di energia elettrica e termica, mediante combustione di biomasse legnose della potenza di 100 kwe/h, che si vorrebbe installare nella frazione di San Marco, ad opera della “Agricola DA.MA. ss.”.

Di fronte ad una sala gremita da altre 100 persone, il primo intervento è stato quello del Dr. Giovanni Vantaggi, conosciuto medico di famiglia e da molti anni medico per l’ambiente ISDE-Italia oltre che membro del direttivo del Coordinamento Rifiuti Zero (CRURZ). Il Dottor Vantaggi ha messo in luce l’assoluta non innocuità delle centrali a biomasse, in questo caso, di un PIROGASSIFICATORE che attraverso il processo di pirolisi produrrebbe il SYNGAS che verrebbe utilizzato sia  per ottenere il calore necessario (600-800°C) per mantenere lo stesso processo di pirogassificazione  del cippato (biomassa legnosa) sia per ottenere il vapore prodotto da una caldaia che metterebbe in moto un motore a pistoni  collegato a sua volta ad un generatore elettrico. 

Da tale processo derivano sempre emissioni in atmosfera comunque mai innocue per l’uomo e  che se non costantemente monitorate e non mantenute al di sotto dei parametri di legge, possono costituire un danno alla salute e all’ambiente, tanto che questi impianti necessitano dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) che ne disciplina l’esercizio.

E’ stato facile per il Dr.Vantaggi, confutare le affermazioni “rassicuranti” del Presidente di Confagricoltura che, intervistato da TRG nei giorni scorsi, aveva definito  “affabulatori” i cittadini contrari a questo tipo d’impiantistica, poiché è evidente che una simile centrale, anche se considerata di piccola taglia, tuttavia brucia a detta degli stessi progettisti circa 70 quintali al giorno di biomassa, per cui ha certamente e comunque, un suo “carico ambientale” in termini di emissioni per inquinanti (formaldeidi, furani, diossine, metalli pesanti ecc. ...). Assurdo, inoltre, fare paragoni tra questo pirogassificatore ed i camini di casa, in quanto una famiglia che usa caminetti o comunque combustibile legnoso, arriva a consumare 70 q di legna in un anno, non in un giorno!

Il Dr. Vantaggi ha rimarcato, poi, che già nel 2006 lo stesso Istituto Superiore di Sanità, in un convegno tenutosi il 17 novembre di quell’anno, presso il Centro Servizi S. Spirito, in base all’analisi dei dati d’incidenza dei tumori nell’Alto Chiascio, riteneva la conca eugubina una zona sottoposta, comunque, ad un forte impatto ambientale (per la presenza di due industrie insalubri di classe uno) per cui erano necessari ulteriori approfondimenti. Quindi il Dr. Vantaggi ha ribadito, sulla base della documentazione scientifica, netta contrarietà sia ad ogni impianto a biomasse che all’utilizzo del CSS  (Combustibile Solido Secondario)  nei cementifici presenti nel territorio.

L’Avv. Valeria Passeri, Vice Presidente del WWF Perugia e membro del Coordinamento Rifiuti Zero, ha ripercorso la normativa sulle energie rinnovabili, partendo dalla loro “elastica” definizione giuridica, che oggi ricomprende tutto, a seguito del c.d. Decreto Clini del 6 luglio 2012 (pneumatici fuori uso, pellicole, rifiuti urbani non differenziati ecc. …), fino a parlare di partecipazione del pubblico interessato nei procedimenti in materia ambientale, come prevista anche per gli impianti a biomassa dalle “linee guida” nazionali, nonostante la semplificazione autorizzativa.

Si è messo in luce che questi impianti non possono essere realizzati in ogni dove, ma, come in questo caso, il Comune dovrà tenere in seria considerazione la vicinanza al centro abitato, agli immobili d’interesse storico-architettonico e alle ruralità, che non mancano, secondo i criteri di inidoneità di tali luoghi ad ospitare le centrali a biomassa.

L’invito poi rivolto al Sindaco, Prof. Filippo Mario Stirati, all’Assessore all’Ambiente, Alessia Tasso e agli altri amministratori presenti, di riesaminare l’intera procedura autorizzativa, non ancora definita, perché come ricorda una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 69 del 5 aprile 2018): “il principio di derivazione comunitaria della massima diffusione degli impianti di energia a fonte rinnovabile può trovare eccezione in presenza di esigenze di tutela della salute, paesaggistico-ambientale e dell’assetto urbanistico del territorio...ma la compresenza dei diversi interessi coinvolti, tutti costituzionalmente rilevanti, ha come luogo elettivo di composizione il procedimento amministrativo”.

Sono poi intervenuti il Sindaco e l’Assessore all’Ambiente che hanno manifestato la volontà di volere indire un tavolo tecnico per ponderare con maggiore attenzione il progetto dell’““Agricola DA.MA. ss.”e come poter salvaguardare il territorio eugubino da altri progetti di questo tipo, che vanno a premiare con lauti incentivi chi brucia biomasse boschive anziché chi pratica colture tipiche biologiche, come, in questo caso, la coltivazione dello zafferano o l’attività di apicoltura, a pochi metri dal costruendo impianto.

Al Sindaco sono seguiti plurimi interventi di cittadini presenti e di componenti il Consiglio comunale tra cui, il portavoce di Forza Italia Avv. Francesco Gagliardi, la rappresentante del Movimento 5 Stelle Sara Mariucci, il Consigliere del Partito Comunista Sebastani.

Tutti, in un sereno dialogo, hanno dimostrato la loro solidarietà e volontà di collaborazione con il Sindaco e il Comitato nel risolvere la non facile questione ambientale.

Fondamentali per competenza ed esperienza sono stati pure gli interventi di Silvia Picchi, rappresentante del Comitato di Monteluiano, già alle prese ivi con un impianto a biomasse, e dell’Arch. Riccardo Testa Presidente dell’Associazione ambientalista “Il Riccio” di Città della Pieve nonché membro del Coordinamento Rifiuti Zero, il quale, venuto con altri associati pievesi - anche loro alle prese con l’altro impianto a biomassa costruito vicino alla tomba etrusca di “Laris” - ha saputo cogliere l’aspetto economico, se non speculativo, della produzione di energia elettrica dalla combustione di biomassa mediante incentivi che paghiamo noi contribuenti in bolletta (€ 00,28 al chilovattore prodotto).

Il Comitato “Gubbio Salute e Ambiente” è fiducioso nell’impegno che l’Amministrazione dedicherà alla risoluzione di questo problema e confida nella reiezione del progetto in nome di una vocazione più ambientale e salutare dell’intera conca eugubina.

 

 

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