GUBBIO – “Un giocatore che porterei a Gubbio? Non male quel Messi del Barcellona”. Sorride Fabio Pecchia, neo allenatore del Gubbio, ieri durante la conferenza stampa di presentazione svoltasi nella sala Europa del Park Hotel “Ai Cappuccini”.

“Non ho una grande esperienza in panchina – esordisce Pecchia - ma ne ho da vendere come giocatore e so bene che atmosfera si respira nello spogliatoio e quali sono gli equilibri da mantenere. Nel calcio, poi, è molto importante saper motivare i giocatori e in questo tipo di gestione mi ritengo davvero all’altezza”.

Interviene il direttore tecnico Simoni con una battuta efficace: “Non è importante se abbia o meno una grande esperienza da allenatore. Anche perché qualcosa, del mestiere, forse potrei insegnargliela io, che ne dite?”.

A ruota il diesse Giammarioli: “Fabio Pecchia è una scommessa che vogliamo vincere, così come lo è stata a suo tempo Vincenzo Torrente. Entrambi giovani, entrambi pieni di entusiasmo, entrambi convinti che la valorizzazione dei giovani e un calcio propositivo siano armi vincenti. Per cui anche in questa occasione la società ha dato fiducia a un tecnico giovane, che ha voglia di fare, e soprattutto che vuol far giocare al calcio la sua squadra”.

Il futuro del Gubbio? Pecchia:“Sarebbe da scriteriati buttare al vento i due anni di lavoro ottimo svolti qui da Vincenzo Torrente. Il nostro sarà un lavoro che proseguirà sulle linee guida tracciate a suo tempo dalla società, per cui ingaggeremo giocatori giovani, che hanno fame di risultati e grande voglia di maturare e il giusto mix con alcuni elementi più esperti, alcuni dei quali fanno parte dello zoccolo duro della squadra”.

E per quanto concerne il modulo?
“Non è importante sapere se giocheremo con il 4-3-3, con 4-4-2 o con il 4-3-1-2. Quello che è certo è che la mia idea di calcio sposa la filosofia della difesa a quattro, poi sarà determinante metabolizzare il modulo stesso. Dare numeri serve solo a fare appassionare i giornalisti”.

E l’obiettivo della stagione?
“Mantenere la categoria senza eccessivi patemi, cercando di fare un calcio propositivo, cercando di regalare soddisfazioni ai nostri tifosi. Il tutto con grande umiltà, consapevoli che le difficoltà della categoria non sono certo paragonabili con quelle dei campionati di Lega Pro, ma anche con tanta voglia di fare bene. A Gubbio non è tanto importante il fatto che sia una città tranquilla, quanto il fatto che sia una città dove si può fare calcio come piace a me. Tutto questo, unito alla capacità di programmazione della società, allo spessore dei responsabili dell’area tecnica, con mister Simoni e il diesse Giammarioli in testa, la dinamicità e la modernità di una struttura societaria che negli ultimi due anni si è imposta all’attenzione nazionale, sono stati i motivi che mi hanno spinto ad accettare la proposta del Gubbio. Ripeto: siamo consapevoli delle difficoltà, ma abbiamo anche tanta voglia di continuare a fare bene”.

E su questo punto è intervenuto in conclusione Gigi Simoni: “La serie B è un campionato lungo, ricco di insidie. Per cui anche la rosa dovrà essere adeguata come numero e come spessore tecnico alla categoria”. Un messaggio alla società che viene raccolto dal vicepresidente Rodolfo Mencarelli: “Simoni spinge sull’acceleratore e chiede di ingaggiare più giocatori e più bravi rispetto alle scorse stagioni. Io rispondo dicendo che siamo certi che il programma societario sarà all’altezza di queste aspettative”.

L’ultima battuta al neo allenatore del Gubbio: “Cosa posso dire ai tifosi?
Che dovranno continuare a sostenerci con grande affetto, confermando di poter indossare la maglia del nostro uomo in più. Da parte nostra ci metteremo tutto l’impegno, tutta la professionalità tutto l’entusiasmo e una ambiziosa umiltà”.

“Forza Juve” dice un tifoso che gli passa vicino per salutarlo. E Pecchia risponde sorridendo: “Ho giocato in tante squadre e con la Juve ho vinto pure uno scudetto. Ma da oggi in poi niente Juve, niente Napoli, niente di niente. Da oggi in poi solo un saluto: Forza Gubbio”.
 

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