Passione, professionalità, competenza, scelte attenta e oculata delle esposizioni, capacità di sviluppare sinergie con altre istituzionali. Sono questi gli elementi alla base dell’aumento straordinario di visitatori (100,7% in più rispetto al 2017) registrato lo scorso anno a Palazzo Ducale di Gubbio. Si è passati, per l’esattezza, da un totale di 19.552 nel 2017 ad uno di 39.177 nel 2018. Un successo che premia l’intenso lavoro svolto dalla direttrice Paola Mercurelli Salari e da tutto il personale che l’ha affiancata. Un considerevole incremento dovuto, oltre che alla bellezza della struttura, sicuramente anche alle mostre di grande risonanza che sono state allestite. 

Il 2018 si era aperto con due esposizioni: “Lightquake, Spoleto-Gubbio Light Art” un approfondimento sui linguaggi contemporanei e “Giuseppe Magni e la maiolica italiana dello Storicismo”, una eccezionale selezione di ceramiche curata da Ettore Sannipoli e realizzata con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e del Maggio Eugubino.

In primavera, poi, la presentazione e l’esposizione permanente delle otto tavolette di Taddeo di Bartolo acquistate dallo Stato per il Palazzo, ha favorito l’incremento di pubblico, anche di quello locale desideroso di conoscere parte di complesso polittico smembrato e disperso sul mercato antiquario nel corso del XIX secolo.

Ma è con “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi”, inserita tra gli eventi dell’Anno Europeo della Cultura, che Palazzo Ducale è salito alla ribalta internazionale. La mostra, promossa dal Comune e dalla Diocesi di Gubbio e dal Polo Museale dell’Umbria, ha richiamato oltre 27.000 visitatori, suscitando l’attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori, con oltre cinquecento passaggi tra stampa e media. L’enorme lavoro è stato premiato con un contributo di 17.991,42€ da parte del MiBAC per le iniziative legate all’Anno Europeo del Patrimonio: un riconoscimento che premia prima di tutto il saper lavorare in squadra per il bene comune.

Infine l’anno si è chiuso con due mostre, la  personale del fotografo Sanio Panfili che ha raccontano gli ultimi dieci anni di spettacoli di danza dal cartellone del Teatro Stabile dell’Umbria, e la decima edizione di “Viaggiatori sulla Flaminia”, aperta fino al 7 aprile 2019, con opere di numerosi artisti di fama internazionale (basti citare, tra i tanti, Alighiero Boetti, Joseph Beuys, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Luca Patella, Giulio Paolini), che unisce in un unico itinerario la Rocca Albornoz di Spoleto, il Tempietto sul Clitunno e il Palazzo Ducale di Gubbio.

Non da sottovalutare, inoltre, i ‘piccoli’ eventi che hanno affiancato le attività ‘maggiori’, come apericene, conferenze, concerti e rappresentazioni teatrali: momenti di condivisione e partecipazione del Palazzo, in vesti diverse e inedite.

Viva soddisfazione è stata espressa da Paola Mercurelli Salari secondo cui sono stati premiati il lavoro collettivo svolto finora e la volontà di uscire da una concezione statica di museo come luogo chiuso, autoreferenziale e autocontemplativo. “Stiamo lavorando”, ha affermato, “per far sì che a Palazzo Ducale si realizzi una nuova concezione museale tramite interazioni fra differenti discipline, il dialogo con nuove tecnologie e allestimenti che coinvolgano i visitatori rendendoli fruitori attivi e non più semplici spettatori”.

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