Gualdo T./Concessioni cave e acque minerali: PDL, PD, UDC uniti nella sudditanza
La questione relativa all'esiguità degli introiti per la Regione dell'Umbria derivanti dalle concessioni per le cave, le miniere e le acque minerali è nota ed è annosa. I benefici di questi introiti rappresentano un ritorno risibile per i territori, a partire dal nostro dove entrambi le principali attività, quelle legate all'estrazione dei materiali di cava e all'imbottigliamento delle acque minerali, hanno pesantemente condizionato l'assetto del territorio, dando peraltro vita ad un costante confronto politico e sociale, a partire da quello che è emerso a più riprese e con variazioni di intensità durante non poche campagne elettorali.
Ciò nonostante, neanche la recente approvazione del bilancio regionale ha saputo assegnare alla questione la rilevanza che merita e si è persa un'altra occasione buona affinché chi imbottiglia acqua o estrae materiali di cava nella nostra Regione non potesse continuare a farlo in maniera pressoché gratuita. E questo è successo per precise, cristalline, responsabilità politiche.
Con un emendamento presentato da PRC e IDV e rigettato dal resto dell'aula si impegnava la Giunta regionale a predisporre, entro il 2011, relativamente alle acque minerali e termali e al settore delle attività estrattive (cave e miniere), una riforma della fiscalità ambientale e dei diritti di concessione che prevedeva una crescita del gettito complessivamente introitato dalla casse regionali, ferma restando la concorrenzialità dei produttori umbri in termini di rapporto prezzo-qualità.
Per maggiore precisione e tanto per dare un'idea concreta di ciò che si discuteva, l'emendamento richiedeva il raddoppio dei canoni di concessione, con un prelievo pari a un millesimo di euro al litro nel caso delle acque minerali. Non crediamo che questa scelta potesse mandare a spianto le imprese che imbottigliano o quelle che commercializzano materiali di cava, neanche in considerazione della crisi che alcune di loro, solo alcune però, stanno attraversando.
Questo emendamento, considerata l'evidentissima esiguità dei canoni di concessione, sarebbe dovuto apparire ragionevole anche ai più acritici assertori del primato del profitto e dell'assoluta libertà d'impresa, ma così, ancora una volta, non è stato e molte delle chiacchiere di cui si riempono la bocca un giorno sì e l'altro pure tanti esponenti politici umbri stanno a zero.
Le chiacchiere stanno a zero per la PDL che proprio a Gualdo, poco prima della campagna elettorale del 2009, aveva presentato la sua proposta di legge regionale di iniziativa popolare seguita da una raccolta di firme, con lo scopo di assegnare direttamente agli Enti locali la titolarità in concorrenza con la Regione nei pareri vincolanti in merito alle autorizzazioni e alle concessioni per lo sfruttamento delle acque minerali e la conseguente assegnazione degli introiti ai territori in cui insistessero i prelievi. Va da sè che, dopo aver sentito le parole dei pidiellini umbri, risulta chiaro che ciò che avevano in mente era solo la sostituzione dei destinatari degli introiti, non già l'aumento dei canoni.
Le chiacchiere stanno a zero per il PD che, come al solito, ha accuratamente evitato di prendere una posizione inequivoca nel merito e ha preferito presentare un proprio documento completamente insipido, senza arte nè parte, che rimandava a non meglio precisate misure l'approfondimento della questione sui diritti di concessione, ma contemporaneamente sottolineava la priorità del mantenimento della concorrenzialità per le imprese che operano in Umbria, come a dire non si tocchi niente; sono in tutto sposate le posizioni dell'Associazione degli Industriali.
Le chiacchiere stanno infine a zero per il gruppo monocratico dell'UDC, rappresentato dalla nostra concittadina Sandra Monacelli, nonostante sull'argomento c'abbia fatto una serie infinita di campagne elettorali e nonostante la sua sollecitazione affinché ai territori dove avvengono i prelievi fossero riconosciute maggiori risorse fosse già prevista nel testo e fosse stata comunque recepita da Rifondazione e dall'IDV, le forze politiche che l'avevano elaborato. L'aumento dei canoni di concessione per queste attività non era nè di destra nè di sinistra, ma neanche la loro sostanziale gratuità: la Monacelli ha preferito restare nè di destra nè di sinistra privilegiando la seconda chance.
Le chiacchiere stanno dunque a zero per tutti coloro che negli ultimi anni si sono a parole eretti a baluardi dei territori ed hanno agitato gli umori civici su questa questione, ma che, ancora una volta, alla prova dei fatti, si sono dimostrati completamente inaffidabili nel mantenere le loro promesse e nel concretizzare i loro impegni dichiarati.
Nonostante l'ulteriore tentativo del PRC-Federazione della sinistra e dell'Italia dei Valori di introdurre una più equa fiscalità dei diritti e delle concessioni per lo sfruttamento delle nostre risorse naturali, in Umbria si continuerà a prelevare acqua e a scavare colline e montagne quasi in maniera gratuita, senza alcun ritorno per quei territori e quelle collettività che subiscono l'impoverimento o la predazione dei loro beni comuni, in presenza molto spesso di imprese o società che neanche le tasse più ordinarie pagano nella nostra Regione.
La segnalazione che abbiamo voluto fare è rivolta soprattutto ai cittadini gualdesi che tuttora, trasversalmente ed in massima parte, lamentano un ritorno pressoché nullo dalle attività industriali che hanno contraddistinto da decenni alcuni settori della nostra economia come lo sfruttamento dell'acqua minerale e le cave e pretendono una maggiore equità: da oggi in poi si guardino bene da chiunque torni a menar fregole su questo argomento e ricordino bene questi fatti.
PDL, PD e UDC hanno ancora una volta dimostrato che quando si tratta di scegliere tra il non disturbare le lobbies economiche, neanche in misura giustissima e minimale come in questo caso, e i diritti dei cittadini con le aspettative dei territori, non indugiano quasi mai e si sentono a loro agio nello stringersi a sudditanza dei poteri forti. Da coloro che pretendono di rappresentare in esclusiva Gualdo e si dicono fautori degli interessi, delle istanze e dei sentimenti dei gualdesi ci saremmo aspettati almeno su questo argomento un comportamento diverso e più conseguente: da Sandra Monacelli e da Andrea Smacchi, in particolare, ma il detto è noto da che mondo è mondo. Ubi maior, minor cessat.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
Recent comments
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago