Se vi fosse stato il bisogno di una conferma sullo stato in cui sono stati ridotti i servizi sociali ai tempi della Giunta Morroni, questa è venuta anche dall’esito delle entrate del 5 per mille devoluto dai cittadini e dai contribuenti gualdesi in favore delle attività e dei servizi sociali del Comune. Come si sa, tale quota non aggiuntiva di imposta sul reddito delle persone fisiche è una provvidenza di origine fiscale cui lo Stato rinuncia per destinarla ad Enti pubblici di ricerca o di assistenza o ad un vasto ventaglio di associazioni no profit di carattere nazionale o locale a seconda della libera scelta che ogni contribuente esercita indicandola espressamente nella sua denuncia dei redditi.

Ebbene, la recente seduta del Consiglio comunale sull’assestamento di bilancio ha fatto emergere un altro preoccupante dato che è sintomo di una percezione negativa da parte dei cittadini gualdesi sull’attuale stato in cui versano i servizi e le attività sociali del Comune: solo 2500 miseri euro sono infatti entrati nelle casse comunali per il 5 per mille.

Una cifra pressoché insignificante che non trova giustificazione alcuna né in una presunta diminuzione del gettito fiscale complessivo della nostra comunità, né nella scelta effettuata dai contribuenti in favore di altri enti di ricerca scientifica, delle grandi associazioni umanitarie nazionali ed internazionali che hanno sede nel nostro Paese o delle attività e degli interventi delle associazioni del volontariato no profit che operano, con lo spirito del dono e quotidianamente, a livello locale.

Per quanto la scelta del contribuente sul 5 per mille sia possibile solo nei confronti di un unico ente ed in quanto si crei una certa concorrenza tra i beneficiari che hanno titolo ad ottenere la devoluzione, la misura del fallimento della Giunta è in ogni caso grave ed inequivocabile, tanto più che, se ci si fosse impegnati di più a far comprendere l’importanza di questa scelta, l’aver destinato il 5 per mille ai servizi sociali del Comune avrebbe potuto consentire di utilizzare i suoi proventi per mettere in campo azioni ed interventi integrati anche con tutti quei soggetti che operano nel Terzo settore e nel privato sociale, attraverso gli strumenti della programmazione sociale condivisa e partecipata.

Nonostante avessimo sollecitato per tempo quest’impegno al Sindaco, alla Giunta e all’Assessorato ai servizi sociali, i nostri richiami sono ancora una volta caduti nel vuoto e nell’oblio ed oggi siamo a registrare un’ennesima caduta di cui certo non gioiamo. La crisi economica e sociale della nostra città che produce gravi ed inedite fragilità sociali e il dissolvimento della tenuta della rete dei servizi sociali e socio-sanitari pubblici e del privato sociale dopo i tagli proditori dei trasferimenti per le politiche sociali alle Regioni e ai Comuni operati dalle finanziarie degli ultimi governi guidati da Berlusconi, continuano a non trovare sufficienti e puntuali attenzioni da parte di questa Giunta.

Il 5 per mille al Comune e alle sue attività e servizi sociali non sanerebbe certo le ferite di questi tagli né colmerebbe il mancato contributo che lo Stato deve predisporre per garantire i livelli essenziali dei servizi, ma avrebbe avuto il merito di ricostruire un clima di fiducia dei cittadini nei confronti dell’Ente locale e dei servizi di prossimità che esso deve erogare; così come l'auspicabile e puntuale rendicontazione pubblica e sociale dell'utilizzo dei proventi avrebbe avuto il potere di stimolare la partecipazione alla vita amministrativa dei cittadini, facendoli sentire attori protagonisti negli indirizzi di politica sociale, facendoli divenire soggetti attivi e responsabili.

Nonostante le tante chiacchiere sul Fondo di solidarietà per giustificare la deriva caritatevole del welfare locale ai tempi dell’I Care, alla Giunta Morroni non è riuscita neanche la più semplice delle operazioni di valorizzazione del capitale umano e sociale della nostra comunità che, grazie al 5 per mille, avrebbe potuto salvare almeno un servizio per disabili o uno per il diritto allo studio, che avrebbe magari garantito la prosecuzione di qualche progetto di assistenza domiciliare per qualche anziano o per qualche persona non autosufficiente.

La miseria dei 2500 euro entrati nelle casse di Morroni rappresenta bene lo stato di abbandono che questa Giunta ha riservato ad un settore fondamentale dell’Ente locale e all’assolvimento della funzione sociale pubblica. La ragione principale della mancata attenzione dei cittadini gualdesi nei confronti dei servizi sociali comunali sta proprio nella percezione di inefficacia e di smobilitazione che si trae dal disimpegno e dall’azione di smantellamento protratta contro di essi dalla Giunta, dispiegata a ridurre le attività a mere intermediazioni per l’ottenimento dei bonus, culminata nel dissolvimento dell’Ufficio della Cittadinanza preteso dal Piano sociale regionale, segnata dalla perdita di autorevolezza istituzionale del nostro Comune nel contesto delle politiche del piano sociale di zona ed esitata nei fallimenti dell’I Care sociale immaginato dal Sindaco.

Nel caso del 5 per mille, per convincere i cittadini dell’utilità pubblica e sociale di una scelta in favore dei servizi del Comune non bastava certo qualche manifesto affisso all’ultimo momento per quindici giorni nel corso dell’anno, tanto per dire qualcosa facciamo: informazione e sensibilità sui temi sociali non si producono certo a suon di sola propaganda. E’ necessario che i cittadini possano davvero contare sul welfare locale e sulla sua efficacia e questo è tutto il contrario di quanto è successo nei due anni e mezzo della Giunta delle destre, al netto della propaganda più vuota e dell’elemosina reistituzionalizzata del Fondo di solidarietà.

L’auspicio appassionato, spontaneo e sincero che avevamo fatto a questo merito si infrange ancora una volta nella realtà dura ed inesorabile dei numeri che segnano la vocazione di questa Giunta di destra a sottovalutare irresponsabilmente la questione sociale e a dismetterne progressivamente gli impegni per fronteggiarla. I 2500 euro del 5 per mille di Morroni/Minelli non sono certo il traguardo che ci saremmo aspettati e neanche lontanamente assomigliano a quei 16 mila e rotti euro che mediamente entrarono nelle casse del Comune di Gualdo Tadino dal 2005 al 2008, ponendo la nostra Città tra le realtà più virtuose dell'Umbria, come esempio fulgido di come si fa politica sociale, nonostante i tagli sommari e lineari dei fondi nazionali, le difficoltà locali del bilancio, le sottovalutazioni politiche, la crisi economica incipiente e le incertezze date dal quadro istituzionale di riferimento che già allora si presentavano.

L’auspicio che oggi facciamo e per cui continuiamo ad offrire la nostra disponibilità tesa al bene di Gualdo si volge alla pretesa dell’inversione di questa tendenza e al superamento di ogni criticità, nella speranza che muti l’atteggiamento di questa Giunta nei confronti dell’emergenza e della fragilità sociali presenti nella nostra comunità. Un atteggiamento che fino ad oggi è stato sordo, da muro di gomma, e verso il quale, per quanto concerne gli obiettivi dei piani sociali regionali e di zona, deve essere sonoramente bocciato e rimosso anche dalle Istituzioni preposte all’assolvimento e al controllo degli esiti della programmazione e della legislazione di settore. Riteniamo opportuno a questo fine un più deciso intervento della Regione dell’Umbria posto a salvaguardia dei servizi sociali del Comune di Gualdo Tadino e teso a riportare quest’ultimo nel solco della programmazione sociale regionale e delle obbligazioni politiche ed istituzionali in essa previste.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini


 

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