Gualdo T./ Sopralluogo con cittadini a cave Vaccara. Insostenibili altri 10 anni
Lunedì scorso, chiamati da alcuni cittadini delle frazioni di San Facondino, Vaccara e Palazzo Mancinelli, insieme ad essi, ci siamo recati a visitare l’area che ospita le gigantesche cave fatte riaprire dalla Giunta Morroni.
La situazione che abbiamo potuto direttamente verificare è sconcertante. Nel sito di Pian delle Quaglie-Colle i Mori si lavora a pieno regime e il fronte di cava che è possibile vedere dal campo di addestramento cani, inerpicandosi su per l’abitato di Vaccara o dal vecchio sito dismesso di cava Bologna, assomiglia ad un paesaggio lunare. Lo sfruttamento intensivo del sito, se dovesse proseguire a quei ritmi anche nei prossimi dieci anni così come previsto nella convenzione concessa dal Comune, determinerebbe ben altro esito che il riambientamento e la bonifica dell’area con cui dalla Giunta si è voluta giustificare senza alcun pudore la riapertura delle attività estrattive.
A meno che la scomparsa di un intero versante collinare si voglia chiamare risanamento ambientale, la situazione riscontrata conferma ogni preoccupazione dei cittadini, le nostre ragioni di opposizione e tutte le motivazioni inserite nelle memorie a sostegno del ricorso al TAR proposto dal Comitato. Tanto più che la concessione, come è noto, prevede interventi massicci anche negli altri due siti chiamati ex Edelweiss e Bombetta, presenti nella stessa area.
In particolare, i cittadini che hanno voluto coinvolgere sinistra per Gualdo nella missione civile di questo sopralluogo, sono preoccupati per i danni irreversibili che si stanno producendo all’ecosistema locale, al sito archeologico di Colle i Mori e quelli possibili ad una delle falde acquifere più importanti del nostro territorio che nelle settimane scorse, durante un primo periodo leggermente prolungato di siccità, aveva già iniziato ad andare in sofferenza facendo mancare l’acqua ad alcune famiglie nell’abitato di Genga.
Il sopralluogo ha poi offerto l’occasione per verificare come la strada d’accesso ai siti di cava sia stata allargata a dismisura, lambendo finanche una piantagione di ulivi tanto per non smentire una certa idea di sviluppo, per consentire il poderoso traffico pesante che si registra in quei luoghi e che è necessario all’attività estrattiva. Lo stesso traffico pesante che già da oggi sta fortemente danneggiando le carreggiate che conducono alle cave, in particolare quella che consente l’accesso all’area di parcheggio del cimitero comunale e quella che costeggia l’abitato di San Facondino per reimmettersi poi sulla statale Flaminia o che, nel senso inverso, conduce alle frazioni di Vaccara e Palazzo Mancinelli.
Il perdurare per altri dieci anni di una simile situazione è considerato sconvolgente dai cittadini che abitano in quelle prossimità e che vedono minacciati i loro più elementari diritti ad una qualità decente della vita, già compromessa, come lamentano, per l’ingente mole di traffico pesante di cui hanno potuto impietosamente constatare l’impatto, in così poco tempo.
Nonostante questa situazione, proprio il primo di agosto, a neanche un anno dalla riapertura delle cave, l’impresa ha già depositato una variante all’autorizzazione concessa lo scorso ottobre. Non è dato ancora sapere cosa prevedano gli elaborati progettuali presentati in Comune, ma è lecito avanzare più di un dubbio su una richiesta di “perizia suppletiva” e di variante a dei lavori a pochi mesi dal loro inizio, visto che il progetto dell’impresa era stato entusiasticamente sposato e pomposamente presentato dalla Giunta come perfetto, finalizzato alla concretizzazione di questa stravagante idea di risanamento ambientale. Sarà ovviamente nostra perizia verificare nell’immediato e nel dettaglio quelle che sono le richieste e le previsioni contenute nella documentazione presentata dall’impresa.
Il prestante Vicesindaco Fofi ha recentemente menato vanto della coerenza della sua Giunta nel rispettare, nel suo presunto fare, i patti con gli elettori ed il programma. A sentire alcuni dei cittadini presenti al sopralluogo delle cave, il loro giudizio non collima certo con l’autodifesa del vicesindaco. Da elettori pentiti di Morroni/Monacelli hanno voluto ricordarci proprio le loro giaculatorie sulle cave, i loro programmi a questo merito, i loro impegni.
Nell’attesa della sentenza del TAR, il sopralluogo ha fotografato una situazione di sfruttamento intensivo dell’ambiente che non è minimamente sostenibile dal territorio se dovesse proseguire nei prossimi dieci anni. Questa amministrazione comunale, finchè c’è, non può completamente ignorare questi chiari ed incontrovertibili dati di fatto e non può essere completamente impermeabile alle preoccupazioni ed alle istanze dei cittadini, preferendo ad esse le ragioni di un profitto privato senza alcuna ricaduta occupazionale ed economica significativa per Gualdo e a sprezzante dispetto della salvaguardia dell’ambiente. I centomila e rotti euro l’anno di media con cui il Comune si fa, per dire, “ripagare” la concessione coprono a stento l’adeguamento al differenziale dell’ISTAT previsto per il personale, per le opere ed i servizi (consigliamo Fofi a ripassare un po’ di finanza pubblica) e non giustificheranno mai lo scempio ambientale a cielo aperto che si sta compiendo nell’indifferenza e con la piena, sconcertante, accondiscendenza della Giunta.
Una Giunta che, invece di prendere atto di questa situazione e riconoscere gli errori presenti e passati, al TAR preferisce tuttora sedersi vicino ai legali di una grande impresa marchigiana, piuttosto che a fianco di alcuni coraggiosi cittadini di Gualdo il cui unico interesse resta la salvaguardia dei beni comuni della propria Città.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
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