È stata sufficiente una mobilitazione di facebook e un articolo di giornale che ne ha puntualmente dato notizia perché sulla questione dei giardini pubblici la Giunta Morroni abbandonasse i toni sommessi delle scuse per passare repentinamente a quelli ad essa più propri dell'ossessione propagandistica contro chi abbia osato criticare le sue sviste e le sue dimenticanze, per di più dal basso della società civile.

 

Succede così che l'Assessore all'ambiente Gramaccia abbia di nuovo impugnato il mouse per smentire le dimesse autocommiserazioni di qualche giorno prima e per dirci risentita che gli interventi della giunta sono stati sempre puntuali, costanti e periodici, come se la realtà non fosse stata impietosamente sotto gli occhi di quel 99% di cittadini gualdesi, considerato cieco e fin troppo impudente. Ed anche per dirci che lo stato di degrado assoluto in cui versano sia responsabilità esclusiva dei cani che ci fanno le cacchette e dei teppisti in servizio permanente effettivo, come se la manutenzione di un parco cittadino sia esclusivamente una questione d'ordine pubblico ed un problema atavico di sanità veterinaria. Il che è anche, nel caso, ma non riguarda solo i cani al guinzaglio o meno, ma anche genie di gatti e ratti che scorrazzano indisturbati dopo il tramonto, solo per essere più equanimi nell'individuare tutte le oltraggiose infrazioni animali che vi si registrano.

 

Da che mondo è mondo, in qualsiasi sua latitudine, è noto che laddove si consuma degrado urbano, impera l'incuria e si consegna all'abbandono uno spazio pubblico e sociale, lì si producono i comportamenti più devianti e questo è anche il caso dei nostri giardini.

 

Se la Giunta avesse posto in essere gli interventi necessari che il luogo merita al momento giusto e davvero con costanza e giusta attenzione la coscienza civile e la buona educazione avrebbero senz'altro prevalso sul vandalismo e sulla furia distruttrice. Solo se si consente di frequentare un luogo appieno, in sicurezza e serenità, il presidio dei cittadini e delle famiglie diventa l'antidoto naturale alla devianza e al disprezzo del patrimonio collettivo.

 

A quelle giovani ragazze che hanno osato aprire gli occhi a tutta la Città e che si ostinano ancora a parlare di coscienza civica, l'Amministrazione comunale avrebbe dovuto rispondere solo con deferenza, non con quel rancore propagandistico da lesa maestà tipico di chi sa di essere stato preso in castagna, di non aver fatto niente e che le chiacchiere stanno tutte a zero.

 

Ed avrebbe dovuto rispondere con un impegno preciso, senz'altro diverso dal nebuloso restyling promesso all'1% dei gualdesi presenti nel corso di quella pantomima coreografica dal gusto peronista, da bassa provincia bulgara e da impero berlusconiano decadente che è stato il cosiddetto Rapporto alla Città.

 

Abbandonato il keynesismo dell'intervento comunale diretto a rimettere in sesto un patrimonio pubblico con pubbliche risorse (indulgerebbe troppo al socialismo municipale e le tasse dei gualdesi è meglio che vadano allo shadow banking dell'I Care), il restyling di cui parla la Giunta si realizzerebbe grazie al mecenatismo di non meglio precisati sponsor privati, ancorché virtuosissimi nell'eventualità.

 

Ben venga codesta, per carità, ma l'unico mecenatismo che abbiamo visto a Gualdo in questi ultimi due-tre anni è invece il mecenatismo all'incontrario della pubblica amministrazione che dà tanto o tutto per ottenere poco o niente. Vedi cave, ombrelloni fotovoltaici, ex consorzio e, volendo essere un po' più cattivelli del solito, albergo diffuso.

 

Ad ogni modo, dalla tediata replica dell'Assessore Gramaccia ben si capisce che i giardini non ce li hanno "regalati" né per i Natali 2011 e 2012, né ce li vogliono "regalare" per il Ferragosto del 2013.

La primavera dei giardini non sarà quella promessa dall'Assessore Gramaccia, ma sarà quella in cui i gualdesi se li restituiranno da sé, con l'alternativa popolare, civile e di sinistra.

 

 

Per la sinistra per Gualdo

Gianluca Graciolini

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