GUALDO TADINO - “Fin dall’inizio, rispetto alla vicenda dell’area commerciale Porta Nuova, la nostra battaglia è stata per il rispetto delle regole e della legalità. E continuiamo ad avere questo stesso atteggiamento, rivendicando l’impegno profuso negli anni per raggiungere questo obiettivo e per difendere gli interessi delle imprese di Gualdo Tadino, di tutte le imprese. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità su questo piano, profondendo un grande sforzo, anche economico, per una associazione territorialmente piccola come la nostra. Sono altri, Comune in primis, che si devono assumere la responsabilità della mancata osservanza di quanto il Tribunale amministrativo prima e il Consiglio di Stato poi hanno stabilito. Le esigenze di sicurezza sulla base delle quali l’amministrazione – dietro indicazione dei Vigili del Fuoco, peraltro alquanto solleciti nell’esprimersi in merito – ha deciso di rimuovere le barriere fisse che separavano una struttura dall’altra non devono diventare il pretesto per aggirare le norme, e per negare nei fatti quello che legalità vuole”.

La questione oggetto del commento del presidente della Confcommercio di Gualdo Tadino Aurelio Pucci è quella ormai annosa della struttura commerciale di Porta Nuova, contro cui l’Associazione fece prima un ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato perché si evitasse che i due corpi divenissero nei fatti un unico centro commerciale, per il quale sarebbe occorso un titolo autorizzatorio delle Regione e non invece semplicemente – come è stato – del Comune.

“La sentenza del Consiglio di Stato del 29 ottobre 2009 – spiega Pucci – nel riconoscere la legittimità dei provvedimenti autorizzatori di medie strutture rilasciati dal Comune di Gualdo Tadino, ribadiva a fondamento della sua decisione il mantenimento ferreo degli elementi di separazione tra i due corpi. E sul mantenimento di questi elementi di separazione la nostra associazione ha sempre vigilato, per evitare ogni tentativo di ‘aggiramento’ del concetto di strutture separate. Ora, dietro la motivazione di esigenze di sicurezza, sono stati rimossi i paletti di separazione tra i due corpi, sostituiti da un divieto pedonale e veicolare, che però è bellamente ignorato. Questo non è accettabile. E noi l’abbiamo già detto esplicitamente al Comune, che richiamiamo pubblicamente all’assolvimento di un ruolo che ad esso compete, e non certo a noi”.

Aurelio Pucci tiene però anche a fare un’altra puntualizzazione: “Quella che abbiamo condotto nei confronti del centro commerciale non è una battaglia pregiudiziale. Siamo consapevoli che per alcuni imprenditori esso possa rappresentare una opportunità. Tutti gli operatori commerciali devono inoltre aver ben presente che la Direttiva servizi e il relativo regolamento su cui la Regione sta lavorando ci e li costringono comunque a fare i conti con un modo diverso di fare impresa: in Umbria, anzi, rispetto alla deregulation pressoché totale decisa da tante altre Regioni, possiamo considerarci soddisfatti perché, grazie soprattutto all’azione di Confcommercio, siamo riusciti a mantenere importanti criteri di programmazione. Gli scenari sono molto cambiati, la competitività si giocherà su elementi diversi rispetto al passato, e su questo fronte siamo impegnati da tempo a sostenere i nostri associati. Rimane però essenziale e irrinunciabile – conclude il presidente Pucci – che le imprese possano sempre contare sul rispetto delle regole, che è alla base di una corretta e sana concorrenza”.
 

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