Il capogruppo del Prc-FdS Damiano Stufara ha presentato un'interrogazione alla Giunta regionale “sulla necessità di azioni urgenti finalizzate alla salvaguardia della filiera produttiva e sulle prospettive di rilancio degli stabilimenti umbri di proprietà del gruppo Novelli-Nuova Panem, coerentemente con l'esigenza di preservare l'elevato livello di integrazione delle produzioni e di superare le molteplici difficoltà societarie che attualmente compromettono la prosecuzione di attività produttive”. Stufara interroga anche sugli interventi messi in atto per assicurare la continuità del reddito dei lavoratori ed il pagamento degli stipendi arretrati.

 

“Il gruppo Novelli-Nuova Panem, società impegnata nel settore della panificazione e della produzione di uova – spiega Stufara - attraversa una fase di grave difficoltà produttiva e finanziaria, che ha determinato nei mesi scorsi, sulla base di un piano di risanamento complessivo del gruppo, l'attivazione in forme diverse degli ammortizzatori sociali in favore delle maestranze impiegate. I problemi legati all'assenza di liquidità, in merito ai quali le rappresentanze sindacali imputano all'azienda la responsabilità del protrarsi della situazione di sofferenza finanziaria, hanno comportato ritardi nei pagamenti degli stipendi e l'insorgere di una situazione di emergenza rispetto all'alimentazione dei due milioni di galline ovaiole presenti negli stabilimenti umbri, con il rischio concreto di una loro crudele morte per fame”.

 

“La situazione – continua - è resa ancor più problematica dalla mancata inclusione, ai sensi dell'attuale legislazione, dei lavoratori dipendenti da datori di lavoro agricoli e dalle cooperative agricole, interessati da processi di crisi, ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione, nel campo di applicazione degli articoli 1 e 21 della legge “223/'91” (Norme in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive della Comunità europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del lavoro), per cui si rende necessaria, in tale settore, la stipula di accordi a livello regionale ai fini della concessione del trattamento di integrazione salariale in deroga”.

Il capogruppo di Rifondazione ricorda poi l'incontro, svoltosi a Roma, fra le rappresentanze sindacali unitarie del settore e quelle della direzione aziendale, nel corso del quale si è iniziato a valutare le azioni per il superamento dell'attuale crisi produttiva e finanziaria, al quale ha fatto seguito un ulteriore confronto fra le parti sociali e l'azienda presso la Regione Umbria, la quale ha già attivato il tavolo per affrontare tale vertenza.

 

“Nell'incontro in Regione – prosegue Stufara - la dirigenza del gruppo Novelli ha riconosciuto le difficoltà relative alla governance della società e le ricadute che queste hanno determinato rispetto all'accesso al credito presso gli istituti bancari ai fini del superamento delle problematiche più urgenti, quali il pagamento degli stipendi e l'approvvigionamento di mangimi, ed è stato infine annunciato il prossimo rinnovo del consiglio di amministrazione del gruppo, teso a risolvere le conflittualità tuttora presenti nella conduzione del gruppo. L'esasperarsi della crisi del gruppo pone l'esigenza di assicurare nuove basi per il rilancio delle produzioni e dei posti di lavoro, nonché di intervenire tempestivamente per scongiurare, nell'attuale fase di confronto fra le parti, l'interruzione della filiera produttiva della pollicoltura, al fine di assicurare, grazie anche alla riduzione a 30 giorni del periodo massimo per l'incasso delle fatture, i necessari livelli di liquidità. Tutte le parti hanno riconosciuto lo stretto legame organizzativo e produttivo degli impianti presenti nel territorio regionale, rifiutando al contempo ogni ipotesi di smembramento, che equivarrebbe alla cessazione delle attività”.

 

“L'importanza di tale vertenza – conclude - è accresciuta dalla presenza, presso gli stabilimenti del gruppo, di una rilevante quota di lavoro femminile, su cui più gravi sono gli effetti congiunti della crisi economica e della grave arretratezza dell'economia nazionale e regionale riguardo tanto ai livelli quanto alle condizioni di impiego, specie in confronto a quelli riscontrabili nel lavoro maschile”.

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