di Marco Casavecchia

Questa sarà una settimana fondamentale nella quale, il tecnico, dovrà lavorare a fondo per non sbagliare le mosse di quella che è diventata la partita forse più importante dell'intero campionato del Grifo. Se il Perugia avesse sbagliato di meno a marzo, mese che, tra l'altro, avrebbe dovuto essere quello della definitiva consacrazione, forse la gara con il Castel Rigone, sarebbe stata solo l'occasione per fare passerella e per dedicarsi a sfottò e coretti vari.

Invece il Perugia dovrà impegnarsi a fondo per conquistare, una volta per tutte, quella vittoria che manca ormai da troppo tempo e che potrebbe mettere la parola "fine" all'ultimo capitolo di una storia che nessuno avrebbe mai voluto leggere. Battistini e la squadra sono chiamati a fornire una prova di carattere e di forza, dimostrando che il brutto periodo è terminato con l'opaca prova di ieri, e che il "fondo" si è toccato in casa con la Pianese.

Il tecnico, in particolare, non dovrà sbagliare nulla nella scelta dell'undici di base da mandare in campo, senza ricorrere ad alchimie tattiche e sperimentazioni pericolose, con il rischio di dover ricorrere ad aggiustamenti in corsa che non sempre, come insegna il recente passato, sono risultati efficaci. Si sa come gioca il Castel Rigone e quali siano gli elementi più pericolosi di cui dispone: un trio d'attacco che quando è in palla fa paura, non a caso ha segnato una messe di gol, compresi i quattro rifilati ieri al malcapitato Montevarchi, ed un centrocampo che gode della fantasia di Giuliacci e dell'esperienza di Sala.

Ci vorrà il miglior Perugia e la massima concentrazione in ogni reparto, per evitare pericolose distrazioni che possono risultare fatali come con la Pianese, o molto rischiose come nella gara di ieri. Sembra ormai evidente che la squadra non possieda altra risorsa che giocare con la difesa ed il centrocampo schierati a quattro, e due punte di ruolo. Modulo scontato, ma sicuro ed efficace, senza inventarsi avventate alchimie tattiche. Il problema è che fin dall'inizio del campionato, il Grifo non ha mai dato l'impressione di avere una sua fisionomia di gioco ben riconoscibile e costante nel tempo.

Troppi cambi di uomini e di moduli, e non sempre per motivi contingenti. Troppo spesso schemi ed azioni di gioco sono sembrate affidate all'estro e alle giocate dei singoli. Su questo si dovrà riflettere, anche e soprattutto, in funzione del progetto tattico che si vorrà perseguire nel prossimo anno. Domenica quindi, non solo dentro gli uomini più in forma, sia fisicamente che mentalmente, ma in campo anche qualche idea semplice, seppur efficace, per tenere a bada il trio avversario, rinato a nuova vita con i gol di ieri, e per provare ad impegnare il portiere ospite, magari segnando qualche gol per tornare a vincere dopo la lunga astinenza.

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