I grandi impianti fotovoltaici non si conciliano con il nostro paesaggio rurale
Il Circolo “Oberdan Bruni” di Bevagna di Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra intende puntualizzare la propria posizione, chiara e inequivocabile, sull’installazione dei grandi impianti fotovoltaici nei territori agricoli.
L’impianto fotovoltaico, realizzato alle pendici delle colline che salgono verso il castello medievale di Castelbuono, impianto autorizzato dalla Provincia di Perugia e legittimamente approvato sulla base delle disposizioni legislative nazionali e regionali, rappresenta una ferita che difficilmente sarà cicatrizzabile, in un contesto paesaggistico esemplare, in uno dei territori che caratterizzano il nostro sistema economico e sociale.
Non vogliamo di certo mettere in discussione la valenza fondamentale del fotovoltaico e il contributo delle energie rinnovabili, piuttosto l’incomprensibile leggerezza con la quale la materia viene disciplinata, con particolare riferimento alle disposizioni regionali, lacunose e irrazionali, che ne consentono la realizzazione in territori ad uso agricolo.
Questo “nuovo impianto” è figlio della delibera regionale n.420 dell’8 marzo 2010 che disciplinava le installazioni, autorizzando lo sfruttamento delle aree agricole con il risultato di modificazioni sensibili degli assetti territoriali e del paesaggio rurale.
La successiva modifica, con delibera regionale n°968 del 5 luglio 2010, ha previsto, per i nuovi impianti, “la valutazione d’impatto ambientale” e la “minimizzazione dell’impatto paesaggistico”, elementi che dovevano tutelare le amministrazioni locali e che invece risultano astratti ed impraticabili, privi di ogni potere di opposizione. La delibera correttiva ha quantomeno limitato il fenomeno senza, però, indicare le norme di salvaguardia, che avrebbero obbligato all’adeguamento i progetti presentati prima della sua approvazione. Questa mancanza ha dato il via libera a installazioni come quella di Castelbuono o altre previste nel territorio di Bevagna.
In questa situazione, l’Amministrazione comunale è stata relegata alla sola partecipazione alla Conferenza dei Servizi, promossa dalla Provincia, dove peraltro è stato evidente, al di là delle contrarietà personali, la legittimità dell’impianto e quindi l’impossibilità amministrativa di opporvisi, sulla base di valutazioni legislative e tecniche, che non hanno presentato elementi ostativi alla sua approvazione.
L’aspetto comunque più grave è non aver tenuto conto degli ingenti investimenti realizzati sul nostro territorio, sia pubblici che privati, per la difesa dell’integrità ambientale, la sua tutela e la sua valorizzazione, che sono risorse fondamentali della nostra economia e della nostra qualità della vita.
L’Amministrazione comunale ha promosso il restauro dei borghi storici, castelli medievali che oggi sono una ricchezza turistica di grande valore. Sono presenti nel territorio diverse cantine, alcuni frantoi, tante attività agricole e commerciali che hanno vissuto e vivono dell’integrità ambientale nella quale sono stati realizzati. E’ stata costruita, vicino all’impianto di Castelbuono, la cantina di Arnaldo Pomodoro, la famosa “tartaruga” che il mondo ci invidia, l’unica scultura moderna che accoglie, al suo interno, una realtà produttiva; è stato ideato in quel contesto paesaggistico il parco della scultura moderna, arte e spiritualità, che collega idealmente il castello di Castelbuono, eretto a castello della pace e la predica agli uccelli di San Francesco d’Assisi a Piandarca. Tanti buoni motivi per discutere e approfondire l’eventuale presenza di una struttura tanto impattante.
Quello che non comprendiamo è il comportamento strumentale di alcuni esponenti del PD di Bevagna che, probabilmente in mancanza di dati oggettivi sul progetto, stanno seminando strumentalmente, a scopi esclusivamente elettorali, una serie di falsità tendenziose e diffamatorie, senza però ricordare che il PD è forza maggioritaria in Consiglio Regionale e che è stato il partito che, con più insistenza, ha voluto il diffondersi incontrollato di questi impianti, favorendo un imprenditoria speculativa, a discapito del bene comune e della collettività.
L’obiettivo del PD locale non è poi tanto nascosto: colpire il Sindaco Bastioli e l’Assessore Palini per mettere in difficoltà l’Amministrazione Comunale e il nostro partito, che è da sempre in prima linea, con attenzione e lungimiranza politica, nella tutela e nello sviluppo del territorio. Pur nella logica della discussione politica, sono inaccettabili nei modi, opinioni prive di verità e di logica, palesemente offensive.
Il caso di Piandarca è assolutamente emblematico. L’impianto, grande poco meno di quello di Castelbuono, ma posto accanto al luogo della predica agli uccelli di San Francesco a Piandarca, non ha visto muovere critiche dal parte del PD di Bevagna e Cannara, anzi è stato sostenuto ferocemente dal Sindaco PD di Cannara, Giovanna Petrini. Contrariamente alle voci circolanti, non è stato il comune di Cannara a sospendere l’installazione ma è stato un decreto del Ministero dei Beni Culturali, su pressione dei frati Francescani di Assisi, che ha pensato bene di decretare l’area sottoposta a vincolo paesaggistico e culturale. L’impianto comunque non è stato annullato, bensì delocalizzato in altra area, dopo una difficilissima e fortunosa soluzione.
Vogliamo, a chiusura, invitare l’Amministrazione comunale a continuare, anzi ad accelerare, l’attività di miglioramento dei disciplinari in materia, allo scopo di difendere e proteggere il nostro territorio da attacchi speculativi sconsiderati.
Rivolgiamo un appello a proprietari terrieri ed imprenditori affinché capiscano l’importanza collettiva della difesa dell’ambiente, si allineino con la qualità etica e civile delle nostre genti e prestino più attenzione e collaborazione nell’utilizzo del territorio.
Rifondazione Comunista - Fed. della Sinistra BEVAGNA
Circolo “Oberdan Bruni”
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