di Alessandro Giuliani

Nella seconda domenica di maggio, Udine ha ospitato il 94esimo raduno nazionale degli alpini, il corpo di montagna più antico al mondo. Sebbene l’Associazione nazionale alpini conti oltre 320 mila soci iscritti e centinaia di migliaia di persone abbiano sfilato nella città più importante del Friuli Venezia Giulia, l’adunata è stata caratterizzata da un problema di fondo: quello del mancato ricambio generazionale, a seguito del crescente disinteresse dei giovani per i corpi militari, alpini compresi.

Non a caso, sempre a Udine la premier Giorgia Meloni ha tenuto ricordare che “oggi è la festa della mamma, ma noi abbiamo sempre un’altra mamma, che è la patria. Senza questi legami, non c’è niente che possiamo fare e l’amore per la patria deve essere la leva per risollevare il Paese”.

Anche lo slogan dell’adunata di quest’anno, “Alpini, la più bella famiglia“, ha favorito le dichiarazioni della premier.

“Se la patria è la seconda mamma, gli alpini sono la nostra seconda famiglia”, ha detto ancora la presidente del Consiglio, aggiungendo che “il ritorno di una forma di leva è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, in alternativa al servizio civile. Quello secondo me è l’approccio giusto”.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha dato il suo pieno appoggio alla proposta. “L’addestramento” militare “in tre settimane non ci può essere, ma se lo portiamo a 40 giorni, che è il tempo con cui una volta il Car preparava la base di addestramento dei militari, allora 40 giorni potrebbero essere una legge che consente a chi lo vuole volontariamente di partecipare alla vita delle forze armate”, ha detto La Russa mentre gli alpini sfilavano.

La seconda carica dello Stato ha quindi parlato del disegno di legge che aveva fatto approvare quando era ministro della Difesa, il quale prevedeva il coinvolgimento di giovani al termine degli studi delle superiori: ha spiegato che stava preparando un altro progetto sulla “cosiddetta mini naja”,  che si riagganciava a quello, prima di diventare presidente dell’Aula di Palazzo Madama.

Rispondendo alle richieste di ricambio di alpini, La Russa ha assicurato che dei “colleghi del Senato” stanno ora preparando un nuovo disegno di legge che a breve sarà presentato.

L’obiettivo, secondo La Russa, è “rimpinguare anche le associazioni d’arma, che senza la leva vanno naturalmente invecchiando fino a esaurimento, e nello stesso tempo consentire a tanti giovani che lo desiderano di far parte delle forze armate, esprimere il loro desiderio di onorare la patria con un servizio quanto meno di un certo breve periodo di tempo su base volontaria”.

Una tesi sposata e confermata anche dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, anche lui alpino, che ha sfilato assieme al presidente Ana, Sebastiano Favero: “Da sempre sono a favore di una riserva di giovani su base volontaria, preparati per scegliere poi la vita civile, o il servizio sotto le armi. Presto ne discuterà il Parlamento“.

Durante la sfilata, uno degli striscioni più apprezzati è stato quello “per il rispetto e contro la violenza sulle donne“: una risposta alle accuse rivolte un anno fa, durante il raduno di Rimini, nei confronti di diversi alpini che avevano avuto atteggiamenti maschilisti e deprecabili nei confronti di alcune donne.

Una politica che raccoglie anche Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito: “Gli Alpini nella storia hanno sempre rappresentato l’amore per la Patria, sia nei conflitti mondiali che in tante occasioni di calamità naturali, dove hanno dato un supporto fondamentale nella ricostruzione della Nazione”.

“È auspicabile che possano intensificarsi le iniziative da svolgersi con gli studenti, soprattutto effettuando le guide nei luoghi della Grande Guerra, questa sarebbe l’occasione per tramettere sia insegnamenti di storia, che di amor di Patria”, ha concluso Frassinetti.

Fonte: tecnicadellascuola.it

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