di Andrea Colombo.

Per 45 giorni ho sentito ripetere da innumerevoli politici e giornalisti che l'accordo M5S-Lega era certo e inevitabile essendo i due partiti "populisti" simili, anzi uguali, e avendo gli stessi un interesse comune nel governare subito. Mi parevano argomentazioni fragiline e un po' distratte di fronte agli oggettivi ostacoli. Che si sono poi dimostrati insormontabili.
Da un paio di giorni innumerevoli politici e giornalisti mi spiegano che l'accordo M5S-Pd è certissimo e inevitabile, essendo i due partiti non solo simili ma addirittura "sovrapponibili" quanto a elettorato e avendo un interesse comune nel governare subito. Sarà, ma temo che permanga una certa distrazione nei confronti degli ostacoli. Per esempio: può Di Maio rinunciare a guidare un simile governo? Oppure: può Renzi accettare di sostenere un governo guidato da Di Maio?
Magari alla fine quella maggioranza verrà fuori comunque, ma non credo a sostegno di un governo politico. Casomai, in ultima battuta, come base di un governicchio del presidente, forse guidato da un 5S ma non da Di Maio, incaricato di arrivare alla prossima primavera e di modificare la legge elettorale. Non sarebbe la stessa cosa e non è neppure detto che Mattarella ce la faccia a raggiungere questo obiettivo minimale.

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