La Società per Azioni Umbra Acque continua imperterrita nella sua azione di pretendere da parte dei “clienti” il versamento del deposito cauzionale a garanzia del credito per quanti pagano con bollettino postale piuttosto che con la domiciliazione bancaria.
La Società ritiene che ciò sia nella legittimità del contratto.
Su questo aspetto è stata promossa dalle associazioni dei consumatori una class action e prima o poi avremo un pronunciamento da parte di un giudice che stabilirà la legittimità o meno della cauzione.
Intanto è sconfortante rilevare come sulla questione la Società abbia intrapreso una vera e propria battaglia “contro” i cittadini-utenti-clienti che non hanno alternative per avere l'acqua in casa.

Tale ostinazione può essere fatta risalire solo alla volontà di Umbra Acque di far cassa, introitare qualche milione di euro freschi per costituire un accantonamento che non potrà essere utilizzato per investimenti, di cui i territori e le comunità avrebbero urgente bisogno, ma che servirà a fare bilancio.
La manovra di aumento della cauzione porterà nelle casse della Società una quota superiore a quella derivante dal semplice gettito delle nuove entrate.
E' importante ricordare che Umbra Acque è una Società partecipata in cui la maggioranza delle azioni è in mano agli Enti pubblici.
L'azione che la Società reitera da anni con la pretesa del deposito cauzionale appare vessatoria sia a noi che alla maggior parte dei cittadini.

E' per questo indispensabile che i Sindaci, le Assemblee e gli Ambiti Territoriali intervengano sulla questione, data la sua rilevanza sociale e politica, per adottare scelte e provvedimenti atti a salvaguardare almeno le fasce sociali più deboli ed esposte nel soddisfare questa richiesta che, oltre ad essere dubbiamente legittima, peggiora il rapporto fiduciario tra Enti e cittadini, già fortemente compromesso.
Ugualmente è tempo che la politica regionale, la Regione e gli enti territoriali si impegnino a dare seguito concreto al risultato dei referendum del giugno scorso, ad iniziare da quello che ha stabilito che non può più essere riconosciuto un utile fisso al gestore del servizio idrico.
Umbria Acque ancora oggi continua ad avere assicurato un utile del 7% sul capitale investito. La volontà popolare è stata chiara. Questa “tassa” deve esser abolita.
Né può essere imposto il balzello del deposito cauzionale.
L'acqua è un diritto e, in quanto bene comune, non deve avere rilevanza economica ed a nessuno può essere consentito di fare profitto su un bisogno fondamentale di ogni persona.

Il Vice Presidente del Consiglio
Orfeo Goracci

 

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