Golden Lady. La Cgil firma contratto applicando l'art. 8
di Mirco Viola
La Cgil lo aveva aspramente criticato e ne aveva chiesto la sostanziale abrogazione. Ma oggi una sua categoria - quella dei chimici e tessili, la Filctem - lo applica in un contratto aziendale. L'articolo 8, legge varata nel 2011 dall'allora ministro Maurizio Sacconi, torna alla ribalta delle cronache. La norma, lo ricordiamo, permette la deroga alle leggi (anche all'articolo 18, e fu l'elemento più contestato) per mezzo della contrattazione, sia nazionale che aziendale. Ad approfittarne è la Golden Lady, che grazie alla firma di Cgil, Cisl e Uil può prorogare di un anno l'utilizzo dell'associazione in partecipazione per le sue 1.200 commesse, in alternativa a un'assunzione con contratti da dipendenti. E c'è un elemento in più: la messa al bando di questa tipologia contrattuale per le grosse aziende è stata decisa di recente dalla legge Fornero, che in questo modo viene quindi, poco dopo il suo battesimo, subito by-passata.
Gli associati in partecipazione - vale la pena spiegare - sono lavoratori ancora meno garantiti dei cocoprò: sono una sorta di autonomi, inquadrati come fossero soci dell'azienda, e si assumono quindi tutti i rischi di impresa. Di fatto poi, quando si tratta di grossi gruppi, un salario minimo è comunque generalmente garantito, ma il datore di lavoro risparmia su contributi, ferie e altri «costi» del personale. Non a caso la legge Fornero ha previsto che dal 18 luglio di quest'anno questo rapporto sopravvivesse solo nelle aziende familiari e per un massimo di tre dipendenti in tutte le altre. Un modo per bloccare l'abuso in colossi come la Golden Lady, che di commesse ne hanno a centinaia. Così molti gruppi hanno fatto una corsa alla certificazione dei rapporti in essere prima del 18 luglio (era l'unica eccezione che permettesse di mantenerli anche in aziende di grosse dimensioni), mentre Golden Lady anziché procedere alle certificazioni ha preferito cercare la via dell'accordo con il sindacato.
Il 16 luglio, così, con la firma di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilta Uil si è ottenuta la deroga alla legge Fornero, applicando il famigerato (almeno per la Cgil, almeno prima di questa intesa) articolo 8 di matrice sacconiana. Va detto per completezza che Golden Lady si impegna a stabilizzare, con contratti a tempo indeterminato o in apprendistato, tutte le commesse fra un anno: dunque l'accordo è transitorio e giustificato dalla crisi, tanto per non mettere il gruppo davanti a un improvviso quanto oneroso aumento dei costi. E però il nodo «politico» resta, e soprattutto il precedente: sui tavoli di trattativa già le aziende presentano il conto, essendo diventata l'intesa Golden Lady il modello da guardare, visto che contiene l'importante sdoganamento dell'articolo 8 da parte della Cgil. «Ma come, lì avete firmato e qui non lo fate?», chiedono i consulenti del lavoro ai cigiellini, che a questo punto hanno le spalle un po' più scoperte.
La sinistra Cgil già si muove e chiederà il ritiro della firma. «E' inaccettabile il ricorso all'articolo 8 poiché si crea un precedente pericoloso - dichiara Roberto D'Andrea, segretario nazionale Nidil Cgil - Chi ha firmato quell'accordo dovrebbe recuperare la "svista" e ritirare la firma. Tanto più in considerazione del fatto che finalmente, anche grazie alla presentazione del referendum, avremo la possibilità di cancellare quell'ingiustizia che si chiama articolo 8».
Fonte: il manifesto
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