Da un post sul profilo Facebook di Giuliano Giubilei, che riportiamo.

Un paio di giorni fa gli amici di Anima Civica mi hanno invitato a questa assemblea che io trovo di grandissimo interesse. Prima di tutto perché affronta un aspetto cruciale del dibattito sulla città e sulla riqualificazione delle sue periferie; ma poi anche per una questione personale, ed è questa che mi spinge a dire qualcosa sull’argomento: il fatto che io quel pezzo di città lo conosco benissimo perché ci sono nato, ci sono cresciuto e quando sono a Perugia ancora ci abito. L’ho visto trasformarsi. Chi vive nel centro storico ha sotto gli occhi una città che più o meno è la stessa da secoli; noi che veniamo dalla periferia invece abbiamo assistito a molti cambiamenti del panorama che ci circonda: giusti e sbagliati. Ricordo ancora, quando tornavo a piedi da scuola alle elementari, il profumo che usciva dalla fabbrica della Perugina. Ora resta solo un comignolo, omaggio sperduto all’archeologia industriale. Negli anni ho visto la costruzione del sottopasso e tanti altri cambiamenti che hanno profondamente modificato (con ovvi riflessi anche sul piano sociale) quella parte di città, fino alla costruzione del palazzo di Aldo Rossi e in tempi più recenti quella del minimetro. 
L’intervento di un grande architetto è stata una scommessa storica per la città, che in passato è sempre cresciuta con coraggio su se stessa. Ma quell’occasione è andata perduta e Fontivegge è protagonista delle pagine di cronaca nera e non di quelle delle riviste di architettura. Quindi ben vengano occasioni come quella voluta da Anima Civica, che metterà a confronto voci diverse. Bisogna davvero fare un grande sforzo di immaginazione, coinvolgendo le opinioni di tutti. E magari anche nomi di primo piano, come avvenne con Aldo Rossi. Serve insomma una progettualità ampia, che ovviamente non si limiti al caso Fontivegge, ma faccia uscire Perugia dai confini angusti e provinciali in cui a me sembra tornata in questi ultimi anni. C’è molto da discutere su come è cresciuta (male) la nostra città: dalla questione Ikea a certi interventi necessari per riqualificare il centro storico fermi da anni. Penso insomma che bisogna aprire un grande cantiere di dibattito sul futuro di Perugia, che deve riconquistare un ruolo centrale come capoluogo di regione - una regione importante - e la fisionomia, oggi perduta, di grande città della cultura, del sapere (con le sue università) e perché no, del buon vivere.

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