Così Giuliano Giubilei in un post pubblicato sulla sua pagina facebook
La presidente Tesei, di fronte al rischio purtroppo per noi cittadini sempre più fondato, del collasso della Sanità regionale, si appella al sempreverde Bertolaso. Che cosa è venuto a fare Bertolaso in Umbria? Staremo a vedere.
Intanto un primo messaggio la Tesei lo ha lanciato. E non ci vuole molto a capirlo. Evidentemente ha capito in che mani aveva messo la Sanità umbra. Per cui, da un lato chiamando il “sempreverde” si è coperta le spalle; dall’altro di fatto ha commissariato i vertici politici, amministrative e burocratici della Sanità. Peccato che era stata lei stessa nominarli.
Ovvio che da questa vicenda escano fortemente ridimensionati il Direttore Generale della Sanità, Claudio Dario, il Direttore e Responsabile della Protezione Civile Stefano Nodessi e il commissario COVID Antonio Onnis. E sembrano scomparsi dai radar anche i quattro Commissari delle Aziende sanitarie regionali.
Forse anche l’assessore Coletto (e da oggi - vedi foto - anche l’assessore Melasecche) si dovrebbe interrogare sul perché la presidente abbia voluto ricorrere ad un altro consulente esterno. Ancora un altro. E il fatto che sia qui gratis gli dà più potere, non meno.
Ma c’è da stupirsi di tutto questo? O del disastro a cui si sta avviando la Sanità in Umbria? Chi ancora la difende su qualche giornale si copre di ridicolo. Parliamoci chiaro: il “giallo” è un regalo. Da tenersi stretto, per carità. Ma ci siamo dimenticati che rispetto a marzo non c’è un solo posto di terapia intensiva in più?
C’è da sperare in Bertolaso? Io ho molti dubbi. Le ultime prove dell’ex capo della Protezione Civile (di tanto tempo fa) hanno lasciato molto a desiderare: diciamo, a essere benevoli, che la sua stella si è decisamente appannata. E già la prima rogna ce l’ha con l’ospedale di Spoleto.
Bertolaso si porta dietro le ombre del G8 della Maddalena (va detto comunque che è stato assolto dalle accuse) e del disastro del dopo-terremoto dell’Aquila, ma anche di diversi passi falsi in era Covid.
Infatti, sia a Milano, sia a Civitanova Marche le strutture per le quali ha lavorato sollevano un mare di perplessità, perché mostrano deficienze logistiche ed operative. Anzi, secondo molti, creano più problemi agli ospedali di quanti non ne risolvano. Se non altro dal punto di vista del personale. Che non c’è.
Abbiamo detto più volte, anche dal Comune di Perugia, che Coletto e i dirigenti di vertice - tutti catapultati nei posti di responsabilità dopo l’arrivo della destra a trazione leghista a Palazzo Donini - stanno portando al collasso la Sanità umbra, che era fino a pochi mesi fa ai primi posti in Italia.
Del resto, nessuno di loro è umbro. Nessuno conosce la nostra realtà. Una classe dirigente che non è in grado di gestire l’emergenza sanitaria, che peggiora ogni giorno di più. Altro che chiacchere.
Ricordo solo per restare agli ultimissimi giorni la denuncia che, come opposizione di centro sinistra abbiamo fatto a proposito del Seppilli di Perugia. Stanno rovinando anche un fiore all’occhiello della sanità cittadina, un punto di riferimento per tutti.
Ci auguriamo che ci ripensino, sommersi dalle firme della petizione popolare che abbiamo rilanciato e che sta avendo una grande accoglienza tra la gente. Come si può pensare di distruggere, in un solo colpo, le residenze per anziani e tutti i servizi sanitari che gravitano nell’ex Grocco? Non avevamo bisogno di questi marziani per arrivare a questo.
 

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