di Elio Clero Bertoldi

"Bonjour tristesse" - Buongiorno, tristezza -  è il titolo del romanzo di grande successo firmato da (Francoise) Sagan. "Buonjour bonheur" - Buongiorno, felicità - ha invece gridato, col pugno al cielo, sul traguardo di Foligno del Giro d'Italia, (Peter) Sagan, lui slovacco diversamente dalla scrittrice francese. Gioia e soddisfazione comprensibili perché la vittoria di tappa è stata inseguita, voluta, colta con una gara di squadra davvero spettacolare dalla "Bora" che ha scatenato l'inferno, vere e proprie raffiche di vento di tramontana, sulla salita della Somma, provocando una selezione durissima in particolare tra i velocisti. I radiocronisti "en passant" hanno ricordato che qui, sulla Somma, transitò - allora la strada era ancora più dura e tortuosa - Giacomo Casanova, il celebre conquistatore di donne. Ebbene nel suo “Histoire de ma vie” (scritto in francese, la lingua più diffusa all’epoca in Europa) citò l'osteria nella quale si fermò per ristorarsi della fatica e raccontò di una procace ostessa e del buon vino che gli era stato versato nel bicchiere e fatto gustare. Lui aggiunse di aver "lasciato il cuore" in quella locanda. Null'altro. Da riconosciuto gentiluomo, quale era, glissò sulle grazie dell'ostessa, che pure dovrebbe avergli concesso pure un diverso ristoro. Per Casanova un cuore infranto non rappresentava niente altro che la normalità nella sua giornata tipo.  Per Peter Sagan, al contrario, la salita della Somma e la discesa vittoriosa sul traguardo di Foligno resteranno un ricordo indelebile. 

 

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