TERNI - E’ ormai consuetudine da parte della destra estrema e neofascista utilizzare il “Giorno del Ricordo” per affermare una sorta di rivincita nei confronti della guerra partigiana di Liberazione, attaccando la Resistenza e negando i crimini compiuti dai repubblichini e dai nazisti, invece di ricordare insieme le vittime che in questo giorno è giusto ricordare. Non si può non vedere come anche in questi giorni sia in atto un tentativo strumentale di appropriazione delle vittime delle Foibe, in funzione di un progetto di rilegittimazione politica dei neofascisti. Abbiamo anche dovuto assistere ad un attacco assolutamente fuori luogo del ministro degli Interni all’Anpi. 

Ma fare operazioni strumentali e di propaganda sulla pelle dei morti per rovesciare la storia è una attività che non aiuta a costruire una memoria condivisa.
Purtroppo noi Italiani non abbiamo ancora fatto i conti con il nostro passato fascista e questo ci impedisce di dare compiuta attuazione alle stesse disposizioni della Giornata del Ricordo, che si propone, secondo la legge istitutiva, di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo e contestualmente di affrontare la più complessa vicenda del confine orientale”
Nel gennaio 2016 l’Anpi nazionale produsse una ricerca e un convegno (gli atti sono disponibili sul sito nazionale dell’ANPI) tentando di inquadrare correttamente gli avvenimenti di quegli anni terribili e di ricomporre una frattura anche con le popolazioni ex jugoslave. “L’obiettivo - si legge nel documento - non è solo quello di fare il punto, ancorché non definitivo, sulle vicende e sugli episodi più significativi relativi alla storia del confine, ma anche quello di contestualizzarli; l’approfondimento del contesto storico, politico e geografico, infatti, è una condizione essenziale per conoscere e comprendere le dinamiche che hanno portato alla grande e contraddittoria mole di eventi drammatici avvenuti nel corso del tempo in quei territori”.
Detto questo, non possiamo non condividere la scelta del Sindaco Leonardo Latini di illuminare con il tricolore palazzo Spada. La Giornata del Ricordo è una ricorrenza Nazionale stabilita dal Parlamento della Repubblica e noi la rispettiamo.

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Condividiamo, come giornale, le preoccupazioni qui sopra espresse dall’Anpi di Terni, evidenziando al riguardo come alcuni giorni fa l’Amministrazione di Palazzo Spada si guardò bene di predisporre un analogo fitto programma di iniziative in occasione della Giornata della Memoria in ricordo dei milioni di donne, uomini e bambini che persero la vita nei campi di sterminio nazisti.

In quell’occasione il sindaco Latini si guardò bene dal pronunciare parole di condanna per quei tragici avvenimenti, così come non disse nulla sulla vergogna delle leggi razziste mussoliniane che condannarono alla morte migliaia di ebrei italiani, e non disse niente nemmeno sulle centinaia di migliaia di militari italiani mandati a morire in Russia o nei campi di concentramento in Germania. E Palazzo Spada non fu illuminato con il tricolore.

Ma c’è di più perche il sindaco leghista di Terni, che oggi piange le vittime delle foibe, una tragedia figlia anch’essa dell’odio razziale sparso dal nazi-fascismo, disertò anche la celebrazione che era stata organizzata dall’Anpi, preferendo farsi rappresentare dal suo vice. Insomma, il peso del dolore del sindaco di Terni ci sembra esageratamente sbilanciato a destra.

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