Con la giornata voluta da Papa Woityla, nacque lo spirito di Assisi
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ASSISI - Nacque 25 anni fa e venne coniata da Giovanni Paolo II l'espressione 'Lo Spirito di Assisi' che papa Benedetto XVI rievochera' nella visita' di giovedi' prossimo nella citta' di San Francesco. Due giorni dopo quel primo storico appuntamento, l'allora Pontefice, ricevendo a Roma i leader delle religioni non cristiane che avevano partecipato all'incontro, li saluto', dicendo: ''Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi'', cioe' l'incontro, il dialogo, un comune impegno delle religioni per la pace e la giustizia nel mondo.
Una iniziativa impensabile, senza precedenti, quella promossa dal Papa polacco ad Assisi il 27 ottobre 1986: una giornata di preghiere, di silenzio e di digiuno per la pace, con i capi delle religioni del mondo, in un momento storico molto delicato, segnato da tensioni fra i due blocchi americano e sovietico, da scenari di riarmo militare e nucleare, da venti pericolosi di 'guerra fredda'.
I frati di Assisi appresero da un giornalista la decisione del Papa. Fu un vaticanista della Rai, Dante Alimenti, a telefonare al custode del Sacro convento, padre Vincenzo Coli: ''ascolta attentamente il discorso di questa sera del Papa''. Era il 25 gennaio 1986, e quella sera Giovanni Paolo II, che a Roma presiedeva la settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani, annuncio' l'incontro del 27 ottobre ad Assisi.
A raccontare l'episodio - ''quello che ancora mi fa sorridere e' che i giornalisti la sanno e la 'spifferano' sempre prima degli altri'' - a due giorni dalla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, promossa da Benedetto XVI per giovedi' prossimo ad Assisi, e' lo stesso francescano, padre Coli, che fu custode del complesso monumentale di Assisi - Sacro convento e Basilica di San Francesco - dal 1981 al 1990, e successivamente dal 2001 al 2009.
''Per la prima volta nella storia ci siamo riuniti da ogni parte in questo luogo sacro dedicato a san Francesco'', disse papa Wojtyla, accogliendo ad Assisi il Dalai Lama, Madre Teresa di Calcutta e i capi di una sessantina di religioni. Giovanni Paolo II aveva un rapporto speciale con Assisi, la citta' in assoluto piu' visitata, sei volte, durante il suo pontificato.
''Ad Assisi - aveva detto nel 1982 - si respira un'atmosfera unica di purissima fede cristiana e di altissimi valori umani di civilta'. Le due componenti, infatti, trovano qui la loro perfetta fusione nel nome di Francesco''. ''Non prenderemo alcun pasto - annuncio' quel 27 ottobre 1986 - e in questo modo diverremo piu' coscienti del bisogno universale di penitenza e di trasformazione interiore. Le nostre tradizioni sono molte e varie, ma riflettono il desiderio di uomini e donne lungo il corso dei secoli di entrare in relazione con l'essere assoluto. La preghiera comporta la conversione del cuore, vuol dire approfondire la nostra percezione della realta' ultima. E' per questa ragione che siamo in questo luogo''.
A conclusione di una giornata indimenticabile, in una Assisi battuta dal freddo e dalla pioggia, che fece della citta' di San Francesco la capitale della pace, il Papa si rivolse ai leader delle potenze mondiali: ''li invitiamo a prendere atto della nostra umile implorazione a Dio per la pace, ma chiediamo pure ad essi di riconoscere le loro responsabilita' e di dedicarsi con rinnovato impegno al compito della pace con coraggio e lungimiranza''.
Fra il 1985 e il 1989 i presidenti americano Ronald Reagan e sovietico Mikhail Gorbaciov s'incontrarono piu' volte. Decisero di ridurre armi e missili nucleari: l'incubo di una guerra atomica svani', lasciando il posto al processo diplomatico. Era stato frutto dello 'Spirito di Assisi'? Il Papa ne era convinto e lo disse apertamente, quando promosse un nuovo appuntamento ad Assisi con i leader religiosi della tradizione europea, sette anni dopo, il 9 gennaio 1993, in piena crisi dei Balcani.
Se l'incontro del 1986 si rivolgeva al modo intero, ''su cui si addensavano oscure nubi, oggi il nostro sguardo si volge all'Europa'', dice il Papa, implorando la pace al ''Signore della storia, certi di essere ascoltati'' da quel Dio che, dopo la preghiera del 1986 ''ha dato dei segni, anche tangibili, di avere ascoltato''.
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25 anni dopo ad Assisi 300 esponenti di varie religioni e per la prima volta anche i non credenti – Da una parte commemorare l'evento del 27 ottobre 1986 che ha segnato il percorso del dialogo fra le religioni, dall'altra ''rinnovare solennemente l'impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace''. Cosi' 25 anni dopo quel ''gesto storico'' di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI incontrera' i leader delle religioni, ''i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volonta'''.
''Ancora oggi, come 25 anni fa, il mondo ha bisogno di pace'', e per questo ha bisogno che i credenti delle varie fedi ''ritrovino il gusto di camminare insieme'', ha osservato il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, spiegando il senso dell'incontro di giovedi': ''Pellegrini della verita', pellegrini della pace - Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo''.
Saranno circa 300 gli esponenti delle varie fedi mondiali che si uniranno al Papa nella citta' di San Francesco, raggiungendola insieme a lui in treno da Roma. Rispetto ai precedenti incontri di Assisi - dopo quello dell'86, ci furono quelli del '93 in piena crisi dei Balcani e del 2002, dopo l'attentato al World trade center - c'e' un aumento dei delegati musulmani, una cinquantina nonostante la concomitanza con il pellegrinaggio alla Mecca e con la conferenza interreligiosa di Doha.
Per la prima volta parteciperanno anche personalita' 'non credenti': tra i delegati ci saranno gli intellettuali Julia Kristeva, Remo Bodei, Guillermo Hurtado e Walter Baier, invitati tramite il 'Cortile dei Gentili', la struttura che si occupa di dialogo con i non credenti. Non ci saranno momenti di preghiera collettiva e comune: ognuno preghera' individualmente con le proprie modalita' e secondo le forme della propria specificita' religiosa. L'accento, piu' che sulla 'preghiera', e' posto sul 'pellegrinaggio', anche per evitare le accuse di ''sincretismo''.
Alle fronde ultra-tradizionaliste del cattolicesimo comunque non basta: i Lefebvriani hanno annunciato che pregheranno, celebreranno messe e digiuneranno ''in riparazione'' di quello che considerano uno ''scandalo''.
''Un pellegrinaggio ad Assisi, citta' amata e visitata da uomini di ogni cultura e religione - ha sottolineato il custode del Sacro convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese - trova il suo senso piu' vero, in quanto e' il luogo in cui e' vissuto e ha proposto instancabilmente il messaggio di pace e di bene san Francesco, il fratello universale, che nel suo essere pienamente uomo di Dio e immagine di Gesu' Cristo crocifisso, ha rispettato, amato e servito ogni uomo come fratello e sorella e ogni essere creato''.
Il treno Frecciargento con il Papa e tutti i delegati partira' alle 8.00 dalla stazione Vaticana e arrivera' alla stazione ferroviaria di Assisi alle 9.45. Alle 10.15, all'interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ci saranno gli interventi degli esponenti delle religioni, conclusi da quello di Benedetto XVI. Alle 13.00 e' previsto un pranzo frugale nel refettorio del Convento della Basilica di Santa Maria degli Angeli. A seguire - dalle 13.45 - il tempo di silenzio, per la riflessione personale. A ciascuno dei partecipanti verra' assegnata una stanza nella casa di accoglienza vicina al Convento.
Alle 16.30 in piazza San Francesco ci sara' l'incontro conclusivo con il ''Rinnovo solenne dell'impegno per la pace''. Verranno quindi accese e consegnate ai capi delegazioni le lampade, copie di quella presente sulla tomba di San Francesco. Alle 18.00 il Papa e i capi delegazione che lo desiderano sosteranno brevemente davanti alla tomba di San Francesco. Alle 19.00, partenza del treno dalla stazione di Assisi e alle 20.30 arrivo alla stazione ferroviaria di Citta' del Vaticano.
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