“Formare i giovani in una prospettiva europea in modo da accrescere la loro partecipazione alla democrazia rappresentativa.  E’ questa una delle sfide più importanti che dovrà affrontare la società europea”: è quanto afferma la vicepresidente della Regione Umbria con delega all’Istruzione, Carla Casciari, a margine del suo intervento alla premiazione del Concorso “Giornata Europea della scuola”, in programma nel pomeriggio di oggi, alle ore 17, a Palazzo Gazzoli di Terni. L’iniziativa, organizzata nell’ambito dell’Anno Europeo dei cittadini dall’ Associazione europea degli insegnanti sede di Terni, con il patrocinio della Regione Umbria, dell’Ufficio Scolastico regionale, della Provincia e del Comune di Terni,  è rivolta agli studenti delle scuole del Ternano.

  “Attraverso la scuola si preparano i giovani alla vita in comunità e ad essere dei cittadini responsabili e propositivi con lo sguardo rivolto sempre di più all’Europa – ha affermato Casciari –  Per contribuire ad affrontare tale sfida, il Consiglio d’Europa ha spinto la promozione nelle scuole di una cultura della democrazia che coinvolga non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti e i genitori attraverso un processo di apprendimento permanente”.

Riferendosi in particolare al ruolo degli insegnanti in questo contesto, la vicepresidente  Casciari ha affermato che “dovranno essere i protagonisti del cambiamento, visto che il loro sostegno è fondamentale per mediare tra un mondo in rapida evoluzione e gli studenti che, ‘a breve’, ne diventeranno i protagonisti”.

“In questo particolare momento storico – ha evidenziato la vicepresidente – la scuola deve rimanere protagonista e rappresentare la piattaforma per l’apprendimento permanente dei giovani e degli adulti”.

  In proposito Casciari ha ricordato che “nel Piano triennale del diritto allo studio 2013-2015, l’istruzione e l’apprendimento permanente rappresentano obiettivi fondamentali per la crescita culturale  e civile della persona e per l’accesso e la permanenza nel mercato del lavoro. I due concetti – ha riferito – rappresentano quindi, la base della promozione di cittadinanza attiva, ovvero della partecipazione dei cittadini a tutte le sfere della vita sociale ed economica e della promozione di occupabilità, in quanto l’indipendenza, l’autostima e il benessere sono associati alla capacità di trovare e conservare un lavoro”.

 “Alla luce delle azioni previste dalla Strategia Europa 2020,  la Regione Umbria – ha detto la vicepresidente -  si è impegnata a presentare una riprogrammazione del sistema di istruzione e formazione resa necessaria principalmente, sia per ricalibrare i fabbisogni iniziali rispetto alla mutata situazione economica e finanziaria regionale, sia per integrare le diverse risorse di origine comunitaria e le risorse proprie della Regione. Proprio nel contesto della nuova programmazione comunitaria e delle sue strategie, saranno inoltre promosse e sostenute scelte che vadano nella direzione di contrasto al rischio di esclusione sociale”.

 “In particolare – evidenzia l’assessore – la programmazione sul  Fondo Sociale Europeo (FSE) individua quattro assi prioritari,  promuovere l’occupazione e la mobilità dei lavoratori, investire nell’educazione, nelle competenze e nell’apprendimento per tutto l’arco della vita, promuovere l’inclusione sociale e la lotta contro le povertà, rafforzare le capacità istituzionali e migliorare l’efficacia dell’amministrazione pubblica. Tra questi, gli investimenti nel sistema d’istruzione e formazione saranno focalizzati sulla prevenzione e la riduzione dell’abbandono precoce degli studi, con azioni che coinvolgano gli insegnanti, il personale e gli alunni, così come l’ambiente di lavoro. L’inclusione sociale – continua l’assessore – si realizza anche sostenendo progetti che mirano alla costruzione di una scuola per  tutti con sistemi d’istruzione flessibili che sappiano soddisfare le diverse esigenze dei singoli allievi. Fa parte del processo di inclusione anche la contaminazione culturale fra studenti che provengono da paesi diversi. In Umbria ad esempio, oltre l’11 per cento degli alunni ha nazionalità straniera e la coesistenza in un unico ambiente scolastico di una popolazione così eterogenea rappresenta al tempo stesso una sfida e una ricchezza in termini di possibilità di apprendimento e crescita”.

 

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