Gina, esordi e primo amore a 17 anni A Todi arrivò da sfollata coi genitori
di Elio Clero Bertoldi
TODI - Pochi sanno che Luigia "Gina" Lollobrigida (1927-2023), una delle dive più note e celebrate del cinema italiano, ha iniziato i primi passi nel mondo dello spettacolo e della recitazione a Todi. Insieme alla famiglia, infatti, dalla natìa Subiaco, era sfollata, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel territorio tuderte e, a 17 anni, e già con un corpo splendido, esordì in uno spettacolo nel teatrino dell'Istituto Agrario. Lo narra, nella sua autobiografia, l'attore Tore Stella, che in quello spettacolo rivestiva pure i panni del regista. Fu il padre della ragazza, Giovanni - un facoltoso produttore di mobili che aveva perso la fabbrica e la casa in un bombardamento - ad avvicinare Stella ed a confidargli che la figlia possedeva una bella voce da soprano leggero ed era in grado di cantare canzoni americane in lingua inglese. Al debutto Gina intonò, per il pubblico, tra cui figuravano militari e feriti angloamericani, "Polvere di stelle", "Malinconica luna" e "Caminito". E furono applausi, forse più dovuti alla bellezza della debuttante che alla voce.
L'attività teatrale della poi famosa attrice, proseguì, sempre in quei mesi del passaggio del fronte, con una commedia brillante in tre atti firmata da Edoardo Scarpetta, dal titolo "Santarellina". A dirigerla, quale regista, un altro todino, Luigi Tenneroni. In questo lavoro Gina - che si firmava Gina Lollo Brigida (staccato, dunque) - interpretava il ruolo di Corinna, la prima donna. L’attrice era così alle prime armi che si impappinò, ma anche stavolta - la recita si tenne, correva l'8 settembre 1944 - nel Teatro Comunale di Todi - la bella ciociara fu subissata di applausi. La bellezza mediterranea ed il brio oscurarono gli ... inciampi recitativi. D'altro canto un attore di livello internazionale disse di lei: "Ha le forme più perfette tra tutte le attrici che ho conosciuto".
La commedia venne replicata tre volte - tale il successo - e persino ... esportata: pochi mesi più tardi, all'inizio del 1945, a Monte Castello di Vibio, in quello che viene considerato il più piccolo - sebbene sia un gioiello - teatro del mondo: il Teatro della Concordia.
La venustà prorompente di Gina - che nel 1947 partecipò al concorso di Miss Roma (dove si piazzò al secondo posto) e di Miss Italia a Stresa (dove fu terza alle spalle di Lucia Bosè e Gianna Maria Canale; alla manifestazione parteciparono anche Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago) e che a Roma aveva frequentato l'istituto di Belle Arti: la rammentano veloce e bravissima a delineare, col carboncino, simpatiche caricature - non passò inosservata. Tra l'altro era stata già adocchiata dal mondo dello spettacolo e aveva posato per i fotoromanzi con lo pseudonimo di Diana Loris. A Todi aveva legato con giovani studenti come lei, che divenne non solo attrice, ma scultrice, pittrice e ricercata fotografa internazionale. Con l’arte nel dna, pertanto.
I vecchi tuderti assicuravano che la “romanina” aveva avuto una storia d'amore con un giovane del posto. Galeotta la gioventù. Chissà se la Lollobrigida si ricordava di quei primi fremiti, del primo bacio dato e ricevuto sull'antico colle. Magari alle complici piaggiole, con le loro panchine immerse (e nascoste) nel verde o sul Maschio della Rocca, costruito dall'Albornoz e rafforzato da Braccio Fortebraccio, dove un terrazzino malandrino e ruffiano, stretto, angusto e lungo, protetto da una ringhiera di ferro, si affaccia ad ovest verso le gole del Forello, attraversate dal Tevere e dove baciarsi era un rito comune tra gli innamorati.
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