(AVInews) – PERUGIA – “Desta forti preoccupazioni la notizia dell’indisponibilità da parte del dottor Stefano Farabbi a proseguire l’amministrazione di Gesenu Spa”. È quanto hanno dichiarato Stefano Cecchetti e Walter Bonomi, rispettivamente segretario generale e segretario aziendale di Uiltrasporti Umbria, e Gianluca Giorgi e Pasquale Qualatrucci, rispettivamente segretario generale e segretario aziendale di Fit Cisl Umbria, dopo l’annuncio di Farabbi di terminare il suo impegno di amministratore delegato nella prossima assemblea dei soci di Gesenu, a fine giugno, con l’approvazione del bilancio.

“Queste ennesime dimissioni – aggiungono i sindacalisti – fanno seguito a un periodo di forte instabilità nella gestione di Gesenu, dovuta ai ben noti problemi finanziari e giudiziari. Si attendeva un nuovo piano industriale strategico che rilanciasse l’azienda e, invece, si è costretti ad assistere all’indifferenza del mondo politico e istituzionale che sembra dimenticare i numerosi lavoratori e le famiglie coinvolti in questa crisi”..

“Il silenzio assordante che proviene dalle istituzioni – proseguono le organizzazioni sindacali – la dice lunga e preoccupa non poco. È ormai vecchia la richiesta inoltrata da Cgil, Cisl e Uil umbre, a cui ha fatto seguito anche opportuno sollecito, di un incontro con la Regione Umbria sul tema dei rifiuti. A oggi non abbiamo ricevuto risposta. La politica è tutela degli interessi di cittadini e lavoratori ed è giunta l’ora di mettere da parte la consueta faziosità e di impostare una strategia rivolta al bene della cittadinanza che preveda il contenimento delle tariffe e un’elevata qualità dei servizi, garanzia di tutela anche per lo stato di salute degli operatori”.

“Le incertezze sul futuro dell’azienda – commentano ancora i segretari – e i ripetuti cambi di amministrazione ricadono inevitabilmente e pesantemente sulle spalle dei lavoratori di Gesenu. Gli operatori sono sempre di meno, ma devono produrre sempre di più e con minori tutele: il ritorno alla manualità e gli sforzi fisici, richiesti dalla raccolta differenziata spinta e compiuti per il carico dei rifiuti sugli automezzi, espongono i lavoratori a notevoli rischi per la salute. Le statistiche indicano, chiaramente, l’aumento delle malattie professionali e degli infortuni durante i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, tanto da considerare questo mestiere ‘gravoso’. Oltretutto, la riorganizzazione unilaterale di Gesenu del servizio di raccolta differenziata in atto sta portando gravi ed enormi disservizi ai cittadini”.

“Socesfin Srl, socio privato di Gesenu Spa, Comune di Perugia, che è socio e istituzione committente, e Regione Umbria, garante e istituzione programmatrice in tema di gestione dei rifiuti – affermano i sindacati –, non possono più nascondere la testa sotto la sabbia, ma devono affrontare e risolvere questa grave crisi che sta colpendo l’Umbria e che costringe a ricorrere a località extraregionali per vedere smaltiti, a costi esorbitanti, i propri rifiuti. E questo anche per gli incomprensibili ritardi sul rilascio delle autorizzazioni per la riapertura degli accessi nella discarica di Borgo Giglione”.

“Purtroppo – concludono da Fit Cisl e Uiltrasporti umbre –,continuano a mancare chiarezza e trasparenza da parte di chi dovrebbe gestire questa difficile situazione e ciò toglie serenità a chi opera in questo settore. Pretendiamo che la Regione Umbriaconvochi al più presto i rappresentanti dei lavoratori per chiarire come intenda sanare l’emergenza rifiuti”.

 

 

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