PERUGIA - Il gruppo consiliare del M5S ha tenuto questa mattina, nella sala della Vaccara, di palazzo dei Priori una conferenza stampa per fare il punto sul “caso-Gesenu”.

Aprendo l’incontro, il capogruppo Cristina Rosetti ha sottolineato di attendere con trepidazione la conclusione delle indagini in corso su Gesenu, in considerazione dei recenti e gravi sviluppi della vicenda. Rosetti, nel contempo, ha voluto ringraziare la Magistratura, la Guardia Forestale e la Polizia Tributaria per l’attività attenta e dettagliata che stanno portando avanti, anche con l’obiettivo di verificare quanti soldi siano stati incassati dall’azienda per servizi mai espletati, ma fatturati ai Comuni dell’Ati 2.

La situazione– ha continuato – è stata da tempo denunciata dal M5S a diversi organi competenti, non da ultimo l’anticorruzione, in considerazione della presenza di aspetti poco chiari e del fatto che per oltre 40 anni Gesenu ha condizionato la gestione dei rifiuti in Umbria.

“Questa vicenda ha forti ricadute sui cittadini, con molteplici danni sia ambientali che economici. Da sempre le persone dubitavano del corretto svolgimento del servizio da parte di Gesenu ed oggi, formalmente, ne abbiamo conferma dagli atti”.

Rosetti ha precisato come la responsabilità penale sia personale e tutta da dimostrare a seguito di un giusto processo nel quale l’accusa sarà chiamata a provare le sue tesi, tuttavia nel caso di specie emerge con evidenza fin da ora una precisa responsabilità politica da parte di chi doveva controllare e non l’ha fatto. Appare strano, infatti, che i Comuni dell’Ati non sospettassero che si stava effettuando una vera e propria truffa a loro danno, visti i dati a disposizione. Si pensi alla percentuale degli scarti, tanto elevata da aver vanificato i conferimenti differenziati dei cittadini e da aver elevato a dismisura il costo del sistema.

Sono mancati, quindi, tutti i controlli dovuti da parte dei soggetti preposti, partendo dai Comuni e dall’Autorità d’Ambito.

Alla luce di questo il M5S ha chiesto, nel corso della conferenza di oggi, le dimissioni di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella faccenda, partendo dal vice sindaco Barelli, “assessore che si è sempre dichiarato ambientalista per la sua presenza in Italia Nostra, ma che non ha mai reagito alle molteplici criticità che si sono susseguite nel tempo, preferendo fare convegni o introdurre il sistema denominato “raccogliincentro”, contestato dalla Regione e limitato alla sola acropoli”.

Sono due anni e mezzo – ha detto la capogruppo – che chiediamo l’introduzione di sistemi utili per combattere le inefficienze; il riferimento, in primis, è alla tariffa puntuale, avversata dalla stessa Gesenu, ma occasione straordinaria per scovare le innumerevoli evasioni che si annidano nel territorio perugino.

“Per amministrare una città bisogna essere capaci e non conniventi, scaricando tutto il peso economico, frutto degli errori di altri, sulle spalle dei cittadini. In questo contesto rileviamo che Ati 2 e Comune di Perugia non hanno mai contestato alcunché al gestore, pur in presenza di evidenti violazioni del contratto e di inefficienze del sistema”.

Si parla – ha ricordato Rosetti – di 27 milioni distratti, secondo la tesi della Magistratura, perché era più semplice conferire in discarica che avviare pratiche virtuose di riciclo.

“A fronte di ciò credo che i cittadini non possano più fidarsi di Romizi e Barelli, incapaci di tutelarli adeguatamente pur avendo a disposizione tutti i dati e gli strumenti utili per farlo. Credo, in sostanza, che siano il sindaco ed il vice sindaco ad aver bisogno di tutori e non certo i cittadini che da tempo avevano chiara la situazione”.

Quindi Rosetti ha reiterato la richiesta di dimissioni: “del vice sindaco Barelli, perché ha completamente fallito ottenendo una mera riduzione della tariffa tramite un decremento del servizio (svuotamento cassonetti e spazzamento stradale). E poi del sindaco Romizi, in quanto primo cittadino, ma anche presidente dell’Ati2. In questa veste rilevo che tutte le nomine dei rappresentanti dell’Ente dentro Gesenu, e non solo, sono state dettate da criteri di spartizione politica e non da una reale competenza dei soggetti. A ciò si aggiunge il fatto che Romizi e Barelli mai si sono presentati in Consiglio per riferire sulla vicenda, cancellando ogni forma di trasparenza. Altro che la tanto sbandierata legalità”.

Ma il M5S va anche oltre: “chiediamo, nel contempo, la rimozione di tutti i dirigenti che hanno avuto a che fare con la gestione dei rifiuti nel tempo, perché non si sono dimostrati in grado. Il riferimento è al dirigente del Comune Piro ed a quello dell’Ati 2 Moriconi. Lo stesso dicasi per i dirigenti di Arpa, società che non è mai riuscita ad effettuare un controllo adeguato”.

Insomma, secondo la capogruppo, il fallimento della politica è totale, peraltro su una partita delicata ed importantissima per la città: “contestavano i disastri operati dalla sinistra per decenni, ma poi hanno deciso di dare continuità alle scelte del passato, confermando tutti i dirigenti preesistenti al loro posto, come Sassaroli, De Paolis, ecc.”.

A parere del M5S quella in esame era un’occasione d’oro per consentire al Comune di riprendersi Gesenu, trasformandola integralmente in società pubblica ed attivare, di conseguenza, pratiche virtuose. Invece si è preferito fare convegni ed incontrarsi riservatamente con Cerroni, favorendo l’ingresso nella compagine di Paoletti, privato su cui “regna il mistero”. Insomma non si è voluto acquistare Gesenu per la somma, accessibile, di 5 milioni di euro, perdendo così una chance unica.

In conclusione Rosetti ha annunciato che il M5S andrà avanti fino in fondo affinché i cittadini vengano risarciti per tutti i danni subiti da questa vicenda.

Il consigliere Michele Pietrelli ha ricordato che, prima dai comitati e poi dal M5S, sono state avanzate innumerevoli proposte, senza però ottenere alcuna risposta dalla politica e dagli organi preposti. Ciò si è aggravato nei due anni e mezzo di legislatura Romizi: “nonostante i nostri avvertimenti, l’Amministrazione ha continuato nei suoi intenti fino ad arrivare all’oggi, quando il problema è esploso in tutta la sua gravità. Questa vicenda è frutto della scarsa trasparenza, del mancato rispetto delle leggi nazionali e regionali. Noi sapevamo bene cosa si doveva fare per reagire, ma dall’altra parte abbiamo trovato un’Amministrazione che ha preferito rimanere immobile”.

L’obiettivo primario – ha chiarito il consigliere Stefano Giaffreda – è tutelare i cittadini che, nel corso degli anni, sono stati letteralmente sbeffeggiati. “Si è preferito far calare tutte le scelte dall’alto, disinteressandosi dei cittadini e di quanto il M5S andava sostenendo da tempo. Rivendichiamo, quindi, il nostro impegno e le nostre battaglie, mai ascoltate”.

Secondo Giaffreda non si risponde ad una situazione grave, come quella emersa nella giornata di ieri, con un comunicato stampa di dieci righe che rappresenta l’ennesima presa in giro per la città. “Mi chiedo cosa abbia fatto il centro-destra comunale prima come opposizione ed oggi come maggioranza; mi chiedo cosa abbia fatto in tutti questi anni chi doveva controllare ed, invece, non si è mai accorto di niente. A fronte di ciò ritengo insopportabile che siano i cittadini a dover subire il peso delle colpe e degli errori altrui. Per questo, in attesa degli sviluppi delle indagini della Magistratura, continueremo a portare avanti la nostra battaglia”.

 

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