PERUGIA - "La posizione della Regione Umbria nel non dare l'intesa alla realizzazione dell'impianto di Castel Giorgio è sempre stata chiara, come testimoniano gli atti assunti nel tempo  dalla Giunta regionale ed il pronunciamento dell'Assemblea legislativa contro l'impianto e a favore dei territori. Lo testimonia inoltre anche quanto accaduto nelle sedute, del 25 maggio, 25 giugno e 10 settembre 2018, presso l'ufficio per la concertazione amministrativa della Presidenza del Consiglio dei ministri dove la Regione ha nuovamente ribadito la negazione all'intesa, motivandola". È quanto affermano il presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli   e l'assessore regionale Antonio Bartolini in merito al via libera del Governo per la realizzazione dell'impianto di geotermia a Castel Giorgio (Tr) nonostante la mancata intesa con la Regione Umbria. 

"Inoltre nell'ambito della riunione del Consiglio dei Ministri di novembre, a cui partecipò l'assessore Fernanda Cecchini in rappresentanza della Regione – ricordano Paparelli e Bartolini -,  era stata prospettata l'ipotesi di riaprire una nuova procedura di VIA statale, a causa del terremoto. Nel corso di quella seduta il Ministro Di Maio si era riservato di produrre ulteriore documentazione tecnica a supporto della decisione di intraprendere un nuovo procedimento di VIA ed il Consiglio dei ministri aveva deliberato il rinvio della decisione previa acquisizione dei pareri tecnici ministeriali. Fino alla convocazione presso il Consiglio dei Ministri di mercoledì 31 luglio – proseguono -  la Regione non ha più ricevuto alcuna comunicazione".

"Nella seduta di mercoledì scorso, a cui ha partecipato l'assessore Bartolini,  è stata quindi ribadita –sottolineano Paparelli e Bartolini - la posizione della Regione Umbria evidenziando che essendo la Giunta regionale in regime di ordinaria amministrazione fino alle consultazioni, la Regione non poteva esprimersi su un atto che implica un'intesa ed è stato chiesto  un rinvio del procedimento che il Governo avrebbe dovuto accogliere".

Citando specifiche sentenze della Corte Costituzionale, Paparelli e Bartolini hanno infatti sottolineato che "nei casi in cui sia prescritta una intesa ‘in senso forte' tra Stato e Regioni il mancato raggiungimento dell'accordo non legittima, di per sé, l'assunzione unilaterale di un provvedimento. Si tratta, infatti, di atti a struttura necessariamente bilaterale, non sostituibili da una determinazione del solo Stato (sentenza n. 383 del 2005). L'assunzione unilaterale dell'atto non può, pertanto, essere prevista come "mera conseguenza automatica del mancato raggiungimento dell'intesa", con sacrificio della sfera di competenza costituzionalmente attribuita alla Regione e violazione, per l'effetto, del principio di leale collaborazione (sentenza n. 179 del 2012)".

"Alla luce di quanto accaduto – concludono il presidente e l'assessore – la Regione Umbria, così come in passato sarà al fianco dei territori e delle comunità locali, anche valutando insieme ai Comuni, ad Italia Nostra ed alle associazioni ambientaliste possibili azioni nelle sedi competenti".

Condividi