Sono gli italiani quelli incatenati da riti alienanti e sempre più isolati dal narcisismo imperante? Di certo potrebbe essere ricompreso a tutto diritto tra i gironi danteschi quello rappresentato dagli “Orbi”, spettacolo di danza della compagnia Abbondanza/Bertoni presentato ieri sera in anteprima al festival Orizzonti di Chiusi. In scena, nel ventesimo anniversario della compagnia, i due fondatori Antonella Bertoni e Michele Abbondanza insieme a Eleonora Chiocchini, Tommaso Monza e Massimo Trombetta. Impietoso affresco di una generazione culturale molto italiana – plasmata dalla onnipresente matrice dello show televisivo -  ma afflitta da mali internazionali perché cieca e inerme sotto il peso del dogma individualista. L’inferno culturale è onnipresente ma invisibile ai più. Lo spettacolo di senilità costrette al giogo dei canoni giovanilisti è incessante. La violenza è l’altro dogma invalicabile. Gli orbi sono automi, sono senilità da cui sbiadiscono piano piano i tratti umani. Ma si continua a sorridere. Più d'una interessante trovata tra ritmi meccanici, coreografie circolari e divertenti abbozzi di allegorie del macabro e del grottesco. Nel gioco di equilibri è la danza – anche nella semplicità mai priva di qualità e stile -  a cedere il passo alla rappresentazione teatrale che offre comodità di spazi e tempi. Ma è qui che si annida, a tratti, il rischio di scivolare nella ridondanza e nel cliché. Allora, meglio forse sfrondare qualcosa, limare qualcos'altro piuttosto che rischiare di perdere la vivacità di quello stile che contraddistingue da sempre l'ottimo lavoro della compagnia. Magari seguendo il filo della leggerezza, capace di mantenere sui tempi uno spettacolo gradevole e ricco di spunti importanti. Questa sera prevista una replica alle ore 22 al Teatro Mascagni di Chiusi mentre la prima assoluta è prevista per il 14 settembre al Teatri di Vetro Festival.
Isabella Rossi
 

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