Gaza, dove finisce il mondo e inizia l'inferno
di Franco Frediani
Ci siamo illusi ancora una volta. Non può che sorprendere "l'apprensione e l'angoscia" che la Comunità ebraica romana dichiara di provare per i "fratelli israeliani". La ragione direbbe che ce l'aspettavamo, ma altrettanto lecito è chiedersi il perché di questa strumentalizzazione che mischia la religione con l'operato di uno stato feroce e aggressivo, al punto da mietere ancora decine di vittime. Tra queste, sono ben NOVE i bambini rimasti uccisi dai raid israeliani che non accennano a finire! Ma non basta. E' lo stesso premier Netanyahu a dichiarare che "Il nostro è un governo responsabile, e la nostra prima responsabilità è di garantire la sicurezza dei nostri cittadini" e con questo aggiunge che l'esercito è pronto a qualsiasi ordine gli venga impartito. Traduzione, "l'attacco di terra è più di una semplice possibilità"...
Il rispetto per la religione sembra dunque non essere contraccambiato dai Fedeli della stessa. Mettersi a fare contrapposizioni proprio adesso sarebbe folle, e la necessità impone di passar sopra alle "preoccupazioni" per quei "fratelli" armati fino ai denti che hanno fatto salire il numero delle vittime palestinesi a 70 unità. Nessun accenno alla parola Pace, al fatto che stanno morendo innocenti, bambini assolutamente incolpevoli, e civili che già vivono in condizioni disperate. Nessun pensiero per chi viene sistematicamente falcidiato dalla pioggia di missili lanciati dagli aerei con la stella di David! Va ancora in scena la rappresentazione di Davide contro Golia. Con la sola differenza che i palestinesi non sono dotati della batteria di difesa aerea "Iron Dome", che permette invece ad Israele di difendersi e di continuare i raid che ad ogni tornata demoliscono pezzo per pezzo tutto ciò che sta sotto il cielo di Gaza. Le abitazioni (chiaramente e vistosamente distinguibili dai piloti israeliani!) sono un bersaglio come un altro, tanto che gli ultimi cinque bambini rimasti uccisi nel distretto di Nazer, erano "pacificamente" all'interno della loro abitazione. Altro che Iron Dome!!
Fonti attendibili parlano di un uomo, tre donne e quattro bambini della stessa famiglia, più altri due uomini uno di 70 e un altro di 22 anni. Il premier israeliano si sente forte e avverte sempre più vicino l'odore di quel successo elettorale che lo porterebbe a rimanere al timone dello stesso governo israeliano: "Stiamo infliggendo a Hamas un duro prezzo", afferma sprezzante Netanyahu. "Zahal (le "sue" forze armate, ndr) ha colpito mille obiettivi terroristici. Zahal è pronto per estendere le operazioni in maniera significativa". Sta solo facendo i calcoli di quello che potrebbe comportare l'offensiva terrestre. Il ministro degli Esteri britannico, pur filo-israeliano, ha "suggerito" di "pensare ad altro". Mr. Hague, ha infatti colto l'occasione di un'intervista a Sky News, per sottolineare la difficoltà che si presenterebbero nel sostenere una eventuale invasione di terra da parte israeliana.
La parola d'ordine non può e non deve quindi, essere diversa da quella di un'incessante richiesta per l'immediata sospensione del fuoco da imporre ad entrambe le parti. Non si tratta di sostenere in egual misura le ragioni di due parti in conflitto, sappiamo benissimo come stanno le cose (lo abbiamo già ampiamente espresso e continueremo a farlo..) ma occorre non mettere in pericolo la difficile opera di una diplomazia politica che si fermerebbe al minimo cenno di contrapposizione, anche dialettica! In questo momento oltre alla sproporzione delle due forze in campo, si rende evidente pure quella geopolitica. Si sta cavalcando la contrapposizione tra Occidente e Medio Oriente. Le maggiori Democrazie (o pseudo tali) hanno già dichiarato il loro appoggio al "potente" stato d'Israele. Per prima cosa arriva la condanna verso Hamas e la Palestina, e poi un "blando richiamo" al "buonsenso". E' la politica del tanto osannato Obama, ma anche del governo italiano che, con il suo Premier Mario Monti, "cinguetta" al telefono prima con il presidente egiziano Morsi, e poi con lo stesso Netanyahu. Ovviamente rassicurando entrambe che l'Italia (ma quale Italia?) reciterà una parte importante nel percorso di "rallentamento" di quello che è ormai diventato un conflitto aperto.
Ecco quindi che non c'è da meravigliarsi se un giornalista di RaiNews24 come Claudio Pagliara, si permette di descrivere la "scena del crimine" a proprio uso e consumo dispensando verità che solo lui sembra aver visto o conosciuto... Notizie che altre testate e note agenzie diramavano, venivano così contraddette dal "nostro", attraverso giustificazioni o presunte rivelazioni che lui stesso attribuiva a fonti vicine ai vertici militari israeliani verso le quali non fa mistero di attribuire maggiore attendibilità rispetto ad agenzie (di indubbia professionalità,ndr!) come France Press. Ma si sta, anche qui, parlando di un personaggio noto fin dai tempi dell'operazione "Piombo Fuso", durante la quale non si peritò a parlare di "incidenti". Sembra tutto così surreale, incredibile; durante la notte tra sabato e domenica è stata colpita dai raid israeliani anche l'emittente televisiva al Quds con il ferimento di sei reporters; è il chiaro segno che non ci sono più ostacoli e nessun freno inibitore che possa ormai contrastare la ferocia dei militari di Nethanyahu. Si continua a riportare, a riferire (giustamente) fatti di cronaca, ma la nebbia che abilmente è stata fatta scendere su questo genocidio legalizzato, non potrà mettere al riparo dalle responsabilità chi non mostra troppa convinzione in quello che dovrebbe essere un percorso di pace obbligato oltretutto da un'emergenza umanitaria.
Si attende per valutare gli sviluppi degli incontri che sono programmati per questo inizio di settimana, quando Blair è dato in Palestina, mentre a Bruxelles si svolgerà un vertice del Consiglio della UE per gli Affari Esteri. Non meno importante potrebbe essere l'arrivo al Cairo di Ban Ki Moon, così come ancora più determinante, quello che porterà martedì 20, la delegazione della Lega araba capeggiata dal segretario generale, Nabil el Araby. Assenza totale invece, per quanto riguarda la politica organizzata italiana. Del resto è comprensibile viste le scadenze "prioritarie" delle primarie del centrosinistra, e perché no, le diatribe di un centrodestra in stato confusionale ed ormai in cerca di se stesso. Meglio così, nessuno di questi "signori" si metterebbe contro la potente Comunità ebraica. Non ci aspettiamo sconti o miracoli da chi non è in grado di farli. Continueremo ancora, e con voce sempre più alta, a spiegare le ragioni che ci portano a rivendicare la supremazia della Pace sui biechi (ma reali!) interessi in gioco. Abbassare la guardia è un lusso che nessuno può permettersi, e siamo consapevoli che se un risultato può venire è solo grazie all'impegno che può scaturire da una mobilitazione che nasce "dal basso", dagli stessi cittadini, dai movimenti e dal mondo dell'associazionismo; tenendo sempre l'occhio vigile sulle lancette di un orologio che scandisce il passare del tempo con velocità sempre più veloce e imprevedibile.
Fonte: rifondazione.it
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