“Molte comunità, molti bacini territoriali, molti centri abitati, molte attività economiche sono esposti alla certezza di subire danni derivanti da eventi naturali attesi che, nelle manifestazioni che via via hanno assunto negli ultimi anni, hanno sempre più effetti devastanti. La scarsità di fondi disponibili, che hanno subito tagli
pesanti in questi ultimi anni, consente pochi interventi di riparazione e pochissimi di prevenzione. In questo quadro, di per sé preoccupante, appare ancor meno comprensibile l'atteggiamento che la politica regionale,
trasversalmente, sta rivolgendo al progetto del gasdotto Brindisi-Minerbio”. Lo afferma il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc – Fds) ricordando di essere intervenuto “a più riprese e con diversi atti consiliari sulla necessità e l'urgenza di procedere ad una programmazione attenta e puntuale di interventi di salvaguardia sul rischio idrogeologico che interessa la totalità del territorio regionale”.

Secondo il consigliere regionale di Rifondazione comunista “il confronto che si è recentemente sviluppato ha evidenziato che in Umbria le componenti politiche ed istituzionali non riescono prendere una posizione non di avanguardia, ma nemmeno tale da allineare la nostra Regione con le scelte fatte dal Consiglio Regionale d'Abruzzo e dalla Commissione parlamentare che hanno deliberato di chiedere al Governo nazionale di aprire un tavolo di confronto ove verificare la possibilità di modificare sostanzialmente il tracciato progettato dalla Snam. L'impatto ambientale e paesaggistico del gasdotto così come progettato è pesante sui territori dell'Appennino umbro marchigiano”.

Goracci aggiunge infine: “Sappiamo con certezza che le opere di realizzazione su territori a forte dissesto geologico, con ampie zone franose ed in frana, l'interferenza con i bacini idrici e l'alterazione dei complessi
sistemi dei corsi d'acqua intersecati, costituiranno un ulteriore peggioramento dei delicati equilibri idrogeologici che interessano tutte le aree attraversate. Una ragione in più per auspicare, ancora una volta e con forza, un passo avanti da parte di tutto il Consiglio regionale per chiedere, anche dall'Umbria, una profonda revisione del progetto”.

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