“La gente della Valnerina desidererebbe conoscere l'indirizzo del giardino di casa Monacelli per suggerire alla sua proprietaria di addobbarlo con un tubo e uno scavo largo trenta metri, certi che la consigliera Udc accetterà entusiasta”. La coordinatrice Idv di Cascia, Maria Cristina Lalli, in prima fila nella battaglia contro il transito del metanodotto in Valnerina, polemizza con i consiglieri regionali che, in aula, hanno votato per confermare il tracciato previsto.

“Nel tentativo di legittimare un giudizio incomprensibile - afferma Cristina Lalli - la consigliera Udc ha scomodato addirittura il logoro rimando alla sindrome Nimby, come se gli abitanti della Valnerina fossero tipi retrogradi, contrari a qualsiasi cosa turbi la quiete del proprio giardinetto. Perché la Monacelli non viene qui, in Valnerina, a spiegarci i vantaggi di un metanodotto collocato in territorio sismico, che sventra il nostro paesaggio e non porta alcun vantaggio economico, né al territorio, né all'intero Paese? Questi sono concetti – conclude la Lalli – che non dovrebbero trovare spazio nel nostro giardino di casa ma nelle teste di chi ci governa”.

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